La consulenza automatizzata (robo advice) viene spesso indicata come un fenomeno potenzialmente in grado di colmare il cosiddetto advice gap, ossia in grado di raggiungere l’ampia fascia di investitori ‘underserved’ o che non riescono ad accedere al servizio perché hanno un patrimonio basso ovvero perché il prezzo di offerta è superiore alla loro disponibilità a pagare. Il modello di servizio proposto da un robo advice, prevedendo tipicamente soglie patrimoniali di accesso e costi più contenuti rispetto alla consulenza ‘tradizionale’, potrebbe risultare attrattivo per gli investitori a patto che essi siano disposti a investire tramite una piattaforma digitale. Il presente lavoro si propone di fornire un contributo al dibattito attraverso un’analisi qualitativa delle percezioni degli investitori in merito al valore della consulenza e, in particolare, del robo advice al fine di individuare i fattori che possono alimentare l’accettazione della tecnologia e la propensione a usare il canale digitale. L’analisi si fonda sulle evidenze di due focus groups, che si differenziano per l’intensità e la regolarità delle relazioni con il consulente finanziario, e quattro interviste individuali in profondità, che hanno coinvolto utenti di uno dei principali robo advisors attivi sul mercato italiano.
Caratelli, M., Giannotti, C., Linciano, N., Soccorso, P. (2019). Valore della consulenza finanziaria e robo advice nella percezione degli investitori. Evidenze da un'analisi qualitativa.
Valore della consulenza finanziaria e robo advice nella percezione degli investitori. Evidenze da un'analisi qualitativa
M. Caratelli;C. Giannotti;
2019-01-01
Abstract
La consulenza automatizzata (robo advice) viene spesso indicata come un fenomeno potenzialmente in grado di colmare il cosiddetto advice gap, ossia in grado di raggiungere l’ampia fascia di investitori ‘underserved’ o che non riescono ad accedere al servizio perché hanno un patrimonio basso ovvero perché il prezzo di offerta è superiore alla loro disponibilità a pagare. Il modello di servizio proposto da un robo advice, prevedendo tipicamente soglie patrimoniali di accesso e costi più contenuti rispetto alla consulenza ‘tradizionale’, potrebbe risultare attrattivo per gli investitori a patto che essi siano disposti a investire tramite una piattaforma digitale. Il presente lavoro si propone di fornire un contributo al dibattito attraverso un’analisi qualitativa delle percezioni degli investitori in merito al valore della consulenza e, in particolare, del robo advice al fine di individuare i fattori che possono alimentare l’accettazione della tecnologia e la propensione a usare il canale digitale. L’analisi si fonda sulle evidenze di due focus groups, che si differenziano per l’intensità e la regolarità delle relazioni con il consulente finanziario, e quattro interviste individuali in profondità, che hanno coinvolto utenti di uno dei principali robo advisors attivi sul mercato italiano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.