Il lavoro che si propone, con il supporto delle rappresentazioni, intende porre all’attenzione paesaggi, culture materiali ed economie della città di Pescara legate a particolari produzioni agricole di apprezzabili estensioni e localizzate prevalentemente nella fascia collinare soggetta a rischio ambientale. In connessione diretta con la campagna si intercettano aree a bassa densità: modalità insediative recenti nelle quali gli spazi aperti privati sono mutuati dai campi, di cui mantengono, e talvolta ampliano, le colture arboree, in particolare l’ulivo. Nel contesto territoriale ampio di cui la città è parte, il suolo agricolo costituisce tuttora un continuum di qualità paesaggistica e produttiva che si estende intersecando e circoscrivendo gli insediamenti antichi così come quelli di recente formazione, fino al piede della collina e lungo parti dei fondovalle. Il carattere identitario del paesaggio collinare è costituito da ragguardevoli porzioni di colture di eccellenza, così come da piccoli appezzamenti con gradi di diversificazione colturale, in parte connessi al patrimonio insediativo storico. Sono colture di qualità, in particolare l’olivo e la vite, e reti insediative di pregio grazie alle quali i centri urbani di corona possono “esibire” titolazioni di pregio quali Città del Vino, Città dell’Olio, Città Slow, Borghi più belli d’Italia. Il sistema collinare definito da reti locali, reti nazionali e reti storiche per successive, e a volte inattese fasi, integra morfologie insediative, morfologie territoriali, usi del suolo agricolo, aree naturali o seminaturali e stenta, all'oggi, a trovare giusta rappresentazione nella figura del pettine con cui numerosi studi hanno inteso interpretare la forma insediativa dell'area medio-adriatica, almeno fino agli anni ottanta del novecento. L'affermazione della fruizione estesa, complessa e differenziata delle colline richiede una interpretazione paratattica del territorio adriatico in cui qualità dell'abitare e qualità paesaggistiche e ambientali costituiscano le risorse principali della continuità ecologica e dei processi di rigenerazione territoriale.

Aristone, O., D'Ascanio, R., Radoccia, R., Romagnoli, S. (2016). La città dei 1.000 olivi. In dipartimento di architettura di Pescara (a cura di), VERSOPESCARA2027. Dossier di ricerca (pp. 192-204). Roma : Gangemi.

La città dei 1.000 olivi

Aristone, Ottavia;Romina, D'Ascanio;
2016-01-01

Abstract

Il lavoro che si propone, con il supporto delle rappresentazioni, intende porre all’attenzione paesaggi, culture materiali ed economie della città di Pescara legate a particolari produzioni agricole di apprezzabili estensioni e localizzate prevalentemente nella fascia collinare soggetta a rischio ambientale. In connessione diretta con la campagna si intercettano aree a bassa densità: modalità insediative recenti nelle quali gli spazi aperti privati sono mutuati dai campi, di cui mantengono, e talvolta ampliano, le colture arboree, in particolare l’ulivo. Nel contesto territoriale ampio di cui la città è parte, il suolo agricolo costituisce tuttora un continuum di qualità paesaggistica e produttiva che si estende intersecando e circoscrivendo gli insediamenti antichi così come quelli di recente formazione, fino al piede della collina e lungo parti dei fondovalle. Il carattere identitario del paesaggio collinare è costituito da ragguardevoli porzioni di colture di eccellenza, così come da piccoli appezzamenti con gradi di diversificazione colturale, in parte connessi al patrimonio insediativo storico. Sono colture di qualità, in particolare l’olivo e la vite, e reti insediative di pregio grazie alle quali i centri urbani di corona possono “esibire” titolazioni di pregio quali Città del Vino, Città dell’Olio, Città Slow, Borghi più belli d’Italia. Il sistema collinare definito da reti locali, reti nazionali e reti storiche per successive, e a volte inattese fasi, integra morfologie insediative, morfologie territoriali, usi del suolo agricolo, aree naturali o seminaturali e stenta, all'oggi, a trovare giusta rappresentazione nella figura del pettine con cui numerosi studi hanno inteso interpretare la forma insediativa dell'area medio-adriatica, almeno fino agli anni ottanta del novecento. L'affermazione della fruizione estesa, complessa e differenziata delle colline richiede una interpretazione paratattica del territorio adriatico in cui qualità dell'abitare e qualità paesaggistiche e ambientali costituiscano le risorse principali della continuità ecologica e dei processi di rigenerazione territoriale.
2016
978-88-492-3278-3
Aristone, O., D'Ascanio, R., Radoccia, R., Romagnoli, S. (2016). La città dei 1.000 olivi. In dipartimento di architettura di Pescara (a cura di), VERSOPESCARA2027. Dossier di ricerca (pp. 192-204). Roma : Gangemi.
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