Negli ultimi anni, alla luce della cosiddetta “rivoluzione accademica”, il sistema universitario ha subito un profondo processo di ripensamento e riorganizzazione, che ha mutato perfino i suoi obiettivi istituzionali (Etzkowitz, 2002; 2003). Le Università sono state spesso accusate di essere troppo “autoreferenziali” (Etzkowitz et al., 2000; Shekarchizadeh et al., 2011) e di conseguenza sono state esortate ad aprirsi all’ambiente esterno, a moltiplicare e rafforzare le interazioni con gruppi di parti interessate e a promuovere attivamente le relazioni collaborative con il mondo delle imprese e delle istituzioni, per contribuire allo sviluppo del sistema economico e sociale (Furman e MacGarvie, 2009; Seethamraju, 2012) – la cosiddetta “terza missione” (Laredo, 2007). In questo nuovo contesto, le Università non devono solo favorire la creazione di sapere, attraverso la ricerca e la sua diffusione agli studenti, attraverso attività di docenza, ma dovrebbero anche svolgere un ruolo di trasferimento di conoscenza verso l’esterno per incoraggiare lo sfruttamento dei risultati della ricerca e favorire la crescita economica e culturale di regioni e paesi (Etzkowitz, 2002; Elena-Pérez et al., 2011). Il concetto di capitale relazionale (o sociale) nelle Università si riferisce a quelle risorse immateriali che possono generare valore tramite e grazie alla costruzione di relazioni interne ed esterne che l’Università intreccia per il raggiungimento dei suoi obiettivi istituzionali (Paoloni et al., 2019). Il capi-tale relazionale comprende i rapporti che un’Università intesse con partner pubblici e privati, la sua posizione e immagine nelle reti (sociali), il suo coinvolgimento in attività di formazione, collaborazione con Centri di ricerca internazionali, networking con studiosi e accademici, scambi internazionali di studenti, riconoscimento internazionale delle Università e naturalmente il collegamento ed il flusso comunicativo con tutti i suoi studenti. Nel presente lavoro verranno evidenziati i maggiori filoni di ricerca emersi negli ultimi anni in tema di Università, sia quale istituzione coinvolta in un processo di aziendalizzazione (che vede sempre più convergere realtà e logiche imprenditoriali con quelle di enti e istituzioni pubbliche), sia quale portatrice principale di capitale intellettuale (ed in particolar modo relazionale). Alla luce di tale analisi ci si interroga se, nel periodo che stiamo vivendo, l’emergenza Covid 19 che si traduce in una crisi economica, sociale e sanitaria internazionale, possa mettere in luce la componente strategica del capitale relazionale e quali strumenti sono stati attivati per avviare una strategia di “resilienza organizzativa” comprensiva di un processo di fidelizzazione comunitario.
Paoloni, M., Paoloni, P. (2020). Il capitale relazionale nelle università: analisi della letteratura e spunti di ricerca. In Enrico Deidda Gagliardo, Mauro Paoloni (a cura di), IL PERFORMANCE MANAGEMENT NELLE UNIVERSITÀ STATALI. STATO DELL’ARTE E NUOVE SFIDE (pp. 152-167). Milano : Franco Angeli.
Il capitale relazionale nelle università: analisi della letteratura e spunti di ricerca
Paoloni Mauro;
2020-01-01
Abstract
Negli ultimi anni, alla luce della cosiddetta “rivoluzione accademica”, il sistema universitario ha subito un profondo processo di ripensamento e riorganizzazione, che ha mutato perfino i suoi obiettivi istituzionali (Etzkowitz, 2002; 2003). Le Università sono state spesso accusate di essere troppo “autoreferenziali” (Etzkowitz et al., 2000; Shekarchizadeh et al., 2011) e di conseguenza sono state esortate ad aprirsi all’ambiente esterno, a moltiplicare e rafforzare le interazioni con gruppi di parti interessate e a promuovere attivamente le relazioni collaborative con il mondo delle imprese e delle istituzioni, per contribuire allo sviluppo del sistema economico e sociale (Furman e MacGarvie, 2009; Seethamraju, 2012) – la cosiddetta “terza missione” (Laredo, 2007). In questo nuovo contesto, le Università non devono solo favorire la creazione di sapere, attraverso la ricerca e la sua diffusione agli studenti, attraverso attività di docenza, ma dovrebbero anche svolgere un ruolo di trasferimento di conoscenza verso l’esterno per incoraggiare lo sfruttamento dei risultati della ricerca e favorire la crescita economica e culturale di regioni e paesi (Etzkowitz, 2002; Elena-Pérez et al., 2011). Il concetto di capitale relazionale (o sociale) nelle Università si riferisce a quelle risorse immateriali che possono generare valore tramite e grazie alla costruzione di relazioni interne ed esterne che l’Università intreccia per il raggiungimento dei suoi obiettivi istituzionali (Paoloni et al., 2019). Il capi-tale relazionale comprende i rapporti che un’Università intesse con partner pubblici e privati, la sua posizione e immagine nelle reti (sociali), il suo coinvolgimento in attività di formazione, collaborazione con Centri di ricerca internazionali, networking con studiosi e accademici, scambi internazionali di studenti, riconoscimento internazionale delle Università e naturalmente il collegamento ed il flusso comunicativo con tutti i suoi studenti. Nel presente lavoro verranno evidenziati i maggiori filoni di ricerca emersi negli ultimi anni in tema di Università, sia quale istituzione coinvolta in un processo di aziendalizzazione (che vede sempre più convergere realtà e logiche imprenditoriali con quelle di enti e istituzioni pubbliche), sia quale portatrice principale di capitale intellettuale (ed in particolar modo relazionale). Alla luce di tale analisi ci si interroga se, nel periodo che stiamo vivendo, l’emergenza Covid 19 che si traduce in una crisi economica, sociale e sanitaria internazionale, possa mettere in luce la componente strategica del capitale relazionale e quali strumenti sono stati attivati per avviare una strategia di “resilienza organizzativa” comprensiva di un processo di fidelizzazione comunitario.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.