Gli apporti venuti alla psicologia dalla teoria dei giochi, la sociologia e l’economia sperimentale hanno creato negli ultimi quarant’anni un connubio felice tra queste scienze e la psicologia. Ne è emersa una nuova antropologia: gli esseri umani non sono né naturalmente buoni né naturalmente cattivi, e sono naturalmente portati a forme di socialità, di cooperazione, e perfino di altruismo, oltre che ovviamente anche alla competizione e talora alla distruttività. Vanno però distinte due forme di altruismo. La più elementare è la forma di altruismo finalizzato alla conservazione del gruppo dei consanguinei. Una forma di altruismo più evoluto è quello reciproco, e riguarda la cooperazione “a rischio” tra individui non imparentati, e talora perfino fra estranei. È questa una forma di cooperazione che prende forma col diffondersi di strategie di fiducia “allargate” (cioè “fra estranei”) in grado di prevalere sui solidarismi tribali tradizionali e sui sistemi localistici e clientelari. Nel mondo della modernità e della globalizzazione, la possibilità di decollo socioeconomico di una nazione dipende in misura cospicua dal diffondersi di questa forma di cooperazione “aperta” o “allargata”. Il familismo, il clientelismo, la cultura della raccomandazione, i padrinaggi fanno parte di una cultura premoderna che non produce né senso critico, né emancipazione per i giovani e le donne, e neppure benessere economico.
Marraffa, M. (2021). La ricerca di una zona d’incontro fra psicologia e politica: dal marxismo critico alla politica della fiducia.. In Marraffa M. (a cura di), Individualismo, responsabilità e cooperazione (pp. 295-358). Reggio Emilia : thedotcompany.
La ricerca di una zona d’incontro fra psicologia e politica: dal marxismo critico alla politica della fiducia.
Marraffa M.
2021-01-01
Abstract
Gli apporti venuti alla psicologia dalla teoria dei giochi, la sociologia e l’economia sperimentale hanno creato negli ultimi quarant’anni un connubio felice tra queste scienze e la psicologia. Ne è emersa una nuova antropologia: gli esseri umani non sono né naturalmente buoni né naturalmente cattivi, e sono naturalmente portati a forme di socialità, di cooperazione, e perfino di altruismo, oltre che ovviamente anche alla competizione e talora alla distruttività. Vanno però distinte due forme di altruismo. La più elementare è la forma di altruismo finalizzato alla conservazione del gruppo dei consanguinei. Una forma di altruismo più evoluto è quello reciproco, e riguarda la cooperazione “a rischio” tra individui non imparentati, e talora perfino fra estranei. È questa una forma di cooperazione che prende forma col diffondersi di strategie di fiducia “allargate” (cioè “fra estranei”) in grado di prevalere sui solidarismi tribali tradizionali e sui sistemi localistici e clientelari. Nel mondo della modernità e della globalizzazione, la possibilità di decollo socioeconomico di una nazione dipende in misura cospicua dal diffondersi di questa forma di cooperazione “aperta” o “allargata”. Il familismo, il clientelismo, la cultura della raccomandazione, i padrinaggi fanno parte di una cultura premoderna che non produce né senso critico, né emancipazione per i giovani e le donne, e neppure benessere economico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.