È noto come nella scuola italiana l’educazione musicale, per quanto parte integrante degli ordinamenti didattici, resti in una posizione subalterna rispetto alle altre discipline (Badolato, Scalfaro 2013). Se usciamo dalle mura scolastiche tradizionali per addentrarci nell’universo delle pedagogie non convenzionali l’educazione musicale assume un significato che va al di là del puro e semplice apprendimento di saperi e abilità. Vi sono, infatti, scuole che hanno tematizzato e sperimentato nuovi metodi educativi, superando la concezione riduzionista dell’educazione come mera trasmissione delle conoscenze (Tota, 2018). In questi contesti educativi la musica è rappresentata come un virtuoso dispositivo di sviluppo armonico della persona in tutte le sue componenti, cognitive, culturali, estetiche, comunicative, ecc. Parliamo in particolare della pedagogia di Maria Montessori e della scuola antroposofica di Rudolf Steiner. In entrambi i casi il ritmo e il linguaggio musicale contribuiscono a un percorso di apprendimento del bambino e, più in generale, di educazione alla libertà (Rubin 1983; Uhrmacher, 1995, Dahlin, 2007; Heimonen 2006; Pironi, 2017). Il presente saggio, dopo una ricostruzione storica della presenza di queste due pedagogie nel contesto italiano lungo l’arco del Novecento, propone i primi risultati di un percorso di ricerca su come l’educazione musicale è implementata nella pratica organizzativa e didattica di una scuola steineriana (asilo, primaria e secondaria di primo grado) collocata nel Nord Italia e di una scuola elementare montessoriana di Roma. All’interno di una prospettiva sociologica, consideriamo la musica come elemento attivo della vita sociale attorno a cui si mobilitano gli attori umani (De Nora 2000, 2003; Hennion 2008). Ogni testo musicale incorpora il contesto socio-culturale in cui è concepito e, al contempo, è un dispositivo per costruire nuove esperienze collettive e individuali. Nel nostro caso, i campi di possibilità della musica sono analizzati in relazione alla vita delle comunità scolastiche in esame, alle specifiche culture professionali degli insegnanti, alle disposizioni degli studenti e dei propri genitori. Dal punto di vista metodologico, i dati sono stati raccolti attraverso le tecniche dell’autoetnografia e delle interviste etnografiche.
Tota, A.L., DE FEO, A. (2021). La musica nell'azione educativa delle pedagogie non convenzionali. In Andrea Estero (a cura di), La cultura musicale degli italiani (pp. 59-91). Milano : Guerini e associati.
La musica nell'azione educativa delle pedagogie non convenzionali
Tota Anna Lisa;De Feo Antonietta
2021-01-01
Abstract
È noto come nella scuola italiana l’educazione musicale, per quanto parte integrante degli ordinamenti didattici, resti in una posizione subalterna rispetto alle altre discipline (Badolato, Scalfaro 2013). Se usciamo dalle mura scolastiche tradizionali per addentrarci nell’universo delle pedagogie non convenzionali l’educazione musicale assume un significato che va al di là del puro e semplice apprendimento di saperi e abilità. Vi sono, infatti, scuole che hanno tematizzato e sperimentato nuovi metodi educativi, superando la concezione riduzionista dell’educazione come mera trasmissione delle conoscenze (Tota, 2018). In questi contesti educativi la musica è rappresentata come un virtuoso dispositivo di sviluppo armonico della persona in tutte le sue componenti, cognitive, culturali, estetiche, comunicative, ecc. Parliamo in particolare della pedagogia di Maria Montessori e della scuola antroposofica di Rudolf Steiner. In entrambi i casi il ritmo e il linguaggio musicale contribuiscono a un percorso di apprendimento del bambino e, più in generale, di educazione alla libertà (Rubin 1983; Uhrmacher, 1995, Dahlin, 2007; Heimonen 2006; Pironi, 2017). Il presente saggio, dopo una ricostruzione storica della presenza di queste due pedagogie nel contesto italiano lungo l’arco del Novecento, propone i primi risultati di un percorso di ricerca su come l’educazione musicale è implementata nella pratica organizzativa e didattica di una scuola steineriana (asilo, primaria e secondaria di primo grado) collocata nel Nord Italia e di una scuola elementare montessoriana di Roma. All’interno di una prospettiva sociologica, consideriamo la musica come elemento attivo della vita sociale attorno a cui si mobilitano gli attori umani (De Nora 2000, 2003; Hennion 2008). Ogni testo musicale incorpora il contesto socio-culturale in cui è concepito e, al contempo, è un dispositivo per costruire nuove esperienze collettive e individuali. Nel nostro caso, i campi di possibilità della musica sono analizzati in relazione alla vita delle comunità scolastiche in esame, alle specifiche culture professionali degli insegnanti, alle disposizioni degli studenti e dei propri genitori. Dal punto di vista metodologico, i dati sono stati raccolti attraverso le tecniche dell’autoetnografia e delle interviste etnografiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.