Il termine ‘Critical Thinking’ designa due cose distinte, ma strettamente legate l’una all’altra. Da un lato, designa l’insieme di abilità e competenze che consentono di riconoscere, valutare e produrre buoni argomenti. Nonostante la sua importanza, testimoniata dal fatto che le più importanti università del mondo (e in particolare, del mondo anglosassone) prevedano un corso su tale disciplina nei loro programmi formativi, manca un lavoro che affronti la disciplina non solo a livello laboratoriale o prettamente didattico, ma anche collocandola sullo sfondo di alcune importanti questioni filosofiche che riguardano il valore della razionalità, e i rapporti fra prospettive normative e prospettive descrittive sul pensiero. Questo lavoro si propone di colmare tale lacuna, e lo fa adottando un approccio interdisciplinare che comprende la logica, la teoria della probabilità, la statistica, la teoria della decisione, la teoria dell’argomentazione e la teoria della discussione razionale, come pure le discipline che studiano il linguaggio, prima fra tutte la pragmatica, e la psicologia cognitiva, in particolare la psicologia del ragionamento nelle sue varie e più note specializzazioni, e la psicologia delle decisioni. Un importante contributo a una piena consapevolezza dei problemi e delle abilità che entrano in gioco nel Critical Thinking è inoltre fornito dalla psicologia cognitiva, e in particolare la psicologia del ragionamento e la psicologia delle decisioni. A motivare questa interdisciplinarietà, e soprattutto lo sguardo costante alle discipline descrittive che hanno per oggetto il pensiero, è la consapevolezza di una tensione, in noi reali agenti cognitivi, fra la capacità di fare nostri gli standard ideali di ragionamento e decisioni, e la nostra tendenza a cadere vittima di bias cognitivi o di fallacie logiche. Questa tensione pone il problema di quale sia l’equilibrio fra gli elementi coinvolti. Il punto di vista del lavoro è che la dimensione normativa rappresentata dagli standard ideali del ragionamento e delle decisioni svolga un ruolo cruciale e non sia ‘calata dall’alto’ a prescindere dalle nostre possibilità cognitive o delle nostre esigenze di problem-solving, come è testimoniato dal fatto siamo noi stessi a riconoscere le prescrizioni normative sul ragionamento come razionali, una volta che ci viene spiegato dove sia il nostro errore. Allo stesso tempo, il lavoro si basa sul presupposto che un approccio normativo al ragionamento può davvero essere illuminante soltanto se c’è una consapevolezza di come noi di fatto ragioniamo. Il lavoro è diviso in tre parti. La prima affronta il problema dei rapporti fra attività di ragionamento e razionalità, con particolare attenzione ai rapporti fra razionalità e bias cognitivi, e cosa questi ultimi implichino per la prima, e con attenzione al ruolo della razionalità nella discussione fra diversi agenti. La seconda parte è dedicata al ragionamento deduttivo, con particolare attenzione ai problemi di ragionamento che coinvolgono il condizionale indicativo e quello controfattuale. La terza parte si occupa del ragionamento non deduttivo, con particolare attenzione all’inferenza alla miglior spiegazione, al ragionamento probabilistico e ai bias probabilistici, e al ragionamento statistico.

Ciuni, R., Canale, D., Aldo, F., Giovanni, T. (a cura di). (2021). Critical Thinking. Un'introduzione. Milano : Egea Editore.

Critical Thinking. Un'introduzione

Roberto Ciuni;
2021-01-01

Abstract

Il termine ‘Critical Thinking’ designa due cose distinte, ma strettamente legate l’una all’altra. Da un lato, designa l’insieme di abilità e competenze che consentono di riconoscere, valutare e produrre buoni argomenti. Nonostante la sua importanza, testimoniata dal fatto che le più importanti università del mondo (e in particolare, del mondo anglosassone) prevedano un corso su tale disciplina nei loro programmi formativi, manca un lavoro che affronti la disciplina non solo a livello laboratoriale o prettamente didattico, ma anche collocandola sullo sfondo di alcune importanti questioni filosofiche che riguardano il valore della razionalità, e i rapporti fra prospettive normative e prospettive descrittive sul pensiero. Questo lavoro si propone di colmare tale lacuna, e lo fa adottando un approccio interdisciplinare che comprende la logica, la teoria della probabilità, la statistica, la teoria della decisione, la teoria dell’argomentazione e la teoria della discussione razionale, come pure le discipline che studiano il linguaggio, prima fra tutte la pragmatica, e la psicologia cognitiva, in particolare la psicologia del ragionamento nelle sue varie e più note specializzazioni, e la psicologia delle decisioni. Un importante contributo a una piena consapevolezza dei problemi e delle abilità che entrano in gioco nel Critical Thinking è inoltre fornito dalla psicologia cognitiva, e in particolare la psicologia del ragionamento e la psicologia delle decisioni. A motivare questa interdisciplinarietà, e soprattutto lo sguardo costante alle discipline descrittive che hanno per oggetto il pensiero, è la consapevolezza di una tensione, in noi reali agenti cognitivi, fra la capacità di fare nostri gli standard ideali di ragionamento e decisioni, e la nostra tendenza a cadere vittima di bias cognitivi o di fallacie logiche. Questa tensione pone il problema di quale sia l’equilibrio fra gli elementi coinvolti. Il punto di vista del lavoro è che la dimensione normativa rappresentata dagli standard ideali del ragionamento e delle decisioni svolga un ruolo cruciale e non sia ‘calata dall’alto’ a prescindere dalle nostre possibilità cognitive o delle nostre esigenze di problem-solving, come è testimoniato dal fatto siamo noi stessi a riconoscere le prescrizioni normative sul ragionamento come razionali, una volta che ci viene spiegato dove sia il nostro errore. Allo stesso tempo, il lavoro si basa sul presupposto che un approccio normativo al ragionamento può davvero essere illuminante soltanto se c’è una consapevolezza di come noi di fatto ragioniamo. Il lavoro è diviso in tre parti. La prima affronta il problema dei rapporti fra attività di ragionamento e razionalità, con particolare attenzione ai rapporti fra razionalità e bias cognitivi, e cosa questi ultimi implichino per la prima, e con attenzione al ruolo della razionalità nella discussione fra diversi agenti. La seconda parte è dedicata al ragionamento deduttivo, con particolare attenzione ai problemi di ragionamento che coinvolgono il condizionale indicativo e quello controfattuale. La terza parte si occupa del ragionamento non deduttivo, con particolare attenzione all’inferenza alla miglior spiegazione, al ragionamento probabilistico e ai bias probabilistici, e al ragionamento statistico.
2021
9788823823259
Ciuni, R., Canale, D., Aldo, F., Giovanni, T. (a cura di). (2021). Critical Thinking. Un'introduzione. Milano : Egea Editore.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/403659
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