I trenta anni trascorsi dal convegno “L’Urbs” del 1985 hanno visto trasformarsi completamente la nostra visione della Roma tardo antica. Se ancora nel 1980 R. Krautheimer poteva disporre, per la sua mirabile sintesi sulla Roma tardo antica e medievale, di pochi passi delle fonti scritte e dei dati sugli edifici religiosi, oggi i risultati dei numerosi progetti di archeologia urbana ci consentono di delineare con molto maggiore accuratezza le trasformazioni del paesaggio urbano, così come la realtà demografica ed economica della città. Il quadro che ne risulta, lontano tanto dalle visioni catastrofiste che volevano una Roma sostanzialmente spopolata e abbandonata, quanto da quelle irenicamente continuiste, vede una città dalla popolazione severamente ridotta rispetto a quella del IV secolo, ma ancora calcolabile in decine di migliaia di abitanti, con evidenti elementi di degrado delle infrastrutture e di parziale abbandono di alcuni settori, ma con una sostanziale tenuta dei tracciati stradali e dell’assetto urbano e, ancora fino all’inizio dell’VIII secolo, inserita nelle correnti di traffico commerciale mediterraneo e attivo centro produttivo.
SANTANGELI VALENZANI, R. (2022). Roma tardo antica, trent’anni dopo. In J.G. Cyril Courrier (a cura di), Rome, archéologie et histoire urbaine : trente ans après l’Urbs (1987) (pp. 279-284). Roma : École française de Rome.
Roma tardo antica, trent’anni dopo
Riccardo Santangeli Valenzani
2022-01-01
Abstract
I trenta anni trascorsi dal convegno “L’Urbs” del 1985 hanno visto trasformarsi completamente la nostra visione della Roma tardo antica. Se ancora nel 1980 R. Krautheimer poteva disporre, per la sua mirabile sintesi sulla Roma tardo antica e medievale, di pochi passi delle fonti scritte e dei dati sugli edifici religiosi, oggi i risultati dei numerosi progetti di archeologia urbana ci consentono di delineare con molto maggiore accuratezza le trasformazioni del paesaggio urbano, così come la realtà demografica ed economica della città. Il quadro che ne risulta, lontano tanto dalle visioni catastrofiste che volevano una Roma sostanzialmente spopolata e abbandonata, quanto da quelle irenicamente continuiste, vede una città dalla popolazione severamente ridotta rispetto a quella del IV secolo, ma ancora calcolabile in decine di migliaia di abitanti, con evidenti elementi di degrado delle infrastrutture e di parziale abbandono di alcuni settori, ma con una sostanziale tenuta dei tracciati stradali e dell’assetto urbano e, ancora fino all’inizio dell’VIII secolo, inserita nelle correnti di traffico commerciale mediterraneo e attivo centro produttivo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.