Il rapporto di Lucio Fontana con Carla Lonzi si può analizzare attraverso i vari tempi della loro relazione, scanditi nello spazio della pagina scritta e nel flusso della conversazione registrata su nastro magnetico, confluita in parte in Autoritratto . Questi momenti contribuiscono, tra la fine degli anni cinquanta e lungo tutto il decennio successivo, ad articolare le tappe cruciali dell’avventura di Lonzi nella critica d’arte. In uno snodo di profonda crisi della critica, Lonzi con la sua pratica apre un nuovo spazio di intervento e di relazione con l’artista che si esplicita attraverso una parola critica orientata a polverizzare la dimensione giudicante e istituzionale dell’atto critico. Una parola che travalica altresì la pagina e si nutre della dimensione contingente ed esistenziale dell’oralità come pratica discorsiva legata al vissuto. Analizzando la relazione di Fontana con Lonzi, attraverso questa duplice modalità di discorso critico, affiorano problematiche complesse e nodali per inquadrare lo scenario artistico italiano tra anni cinquanta e sessanta. Come leggere le relazioni tra la processualità informale e le ricerche processuali e concettuali degli anni sessanta? Come problematizzare gli scambi transatlantici in una dimensione di attrazione e repulsione per l’arte e il sistema dell’arte americani? E ancora, più ampiamente, come inquadrare le dinamiche della ricezione e l’emergenza di nuove geografie artistiche?
Conte, L. (2022). Tempi e spazi di una relazione. Lucio Fontana e Carla Lonzi. In G.L.M. Walter Guadagnini (a cura di), Lucio Fontana. Autoritratto (pp. 49-53). Cinisello Balsamo (MI) : Silavana Edirtoriale.
Tempi e spazi di una relazione. Lucio Fontana e Carla Lonzi
Lara Conte
2022-01-01
Abstract
Il rapporto di Lucio Fontana con Carla Lonzi si può analizzare attraverso i vari tempi della loro relazione, scanditi nello spazio della pagina scritta e nel flusso della conversazione registrata su nastro magnetico, confluita in parte in Autoritratto . Questi momenti contribuiscono, tra la fine degli anni cinquanta e lungo tutto il decennio successivo, ad articolare le tappe cruciali dell’avventura di Lonzi nella critica d’arte. In uno snodo di profonda crisi della critica, Lonzi con la sua pratica apre un nuovo spazio di intervento e di relazione con l’artista che si esplicita attraverso una parola critica orientata a polverizzare la dimensione giudicante e istituzionale dell’atto critico. Una parola che travalica altresì la pagina e si nutre della dimensione contingente ed esistenziale dell’oralità come pratica discorsiva legata al vissuto. Analizzando la relazione di Fontana con Lonzi, attraverso questa duplice modalità di discorso critico, affiorano problematiche complesse e nodali per inquadrare lo scenario artistico italiano tra anni cinquanta e sessanta. Come leggere le relazioni tra la processualità informale e le ricerche processuali e concettuali degli anni sessanta? Come problematizzare gli scambi transatlantici in una dimensione di attrazione e repulsione per l’arte e il sistema dell’arte americani? E ancora, più ampiamente, come inquadrare le dinamiche della ricezione e l’emergenza di nuove geografie artistiche?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.