Il contributo riesamina il problema delle fonti della novella di Chichibio ('Dec.' VI 4). Alla luce di nuovi riscontri puntuali fra i testi, si mostra come la vicenda narrata da Boccaccio e la caratterizzazione del protagonista siano costruite intrecciando un racconto contenuto nei 'Gesta Romanorum' (a sua volta rielaborazione medievale di una favola di Aviano) con tessere derivanti da un brano del libro VIII delle 'Metamorfosi' apuleiane, decisivo per comprendere la genesi di alcuni momenti narrativi e di alcuni tratti del protagonista del racconto boccacciano. Oltre al dettaglio della coscia di animale scomparsa proveniente da una battuta di caccia (una coscia di cervo nel racconto apuleiano, una coscia di gru nel 'Decameron'), si dimostra come anche l’elemento della paura, congiunto con il motivo della fortuna, contraddistingua tanto il cuoco protagonista del passo delle Metamorfosi quanto Chichibio (sebbene lo sviluppo dei due racconti sia differente). Entrambi i motivi (paura e fortuna) acquistano particolare rilievo anche perché richiamati congiuntamente nella premessa di Lauretta (spazio in cui il novellatore e la novellatrice di turno propongono quasi sempre chiavi di lettura originali per la novella) a partire ribaltamento di una celebre sententia che Boccaccio poteva leggere in nell’'Eneide' Virgilio e nel 'Formione' di Terenzio. Particolare attenzione è riservata nell’articolo anche al testo e alle postille presenti nei manoscritti su cui Boccaccio ha letto le opere di Apuleio e di Terenzo (rispettivamente Laurenziano Plut. 29, 2 e Laurenziano Plut. 38, 17), mentre non ci sono ci sono pervenuti i suoi esemplari di lettura con le altre fonti in gioco.

Fiorilla, M. (2022). INTRECCIO E RISCRITTURE DI FONTI CLASSICHE E MEDIEVALI NELLA NOVELLA DI CHICHIBIO (DEC. VI, 4). In L.M. G. CRIMI (a cura di), Santi, giullari, romanzieri, poeti. Studi per Franco Suitner (pp. 117-123). Ravenna : Longo.

INTRECCIO E RISCRITTURE DI FONTI CLASSICHE E MEDIEVALI NELLA NOVELLA DI CHICHIBIO (DEC. VI, 4)

Fiorilla M.
2022-01-01

Abstract

Il contributo riesamina il problema delle fonti della novella di Chichibio ('Dec.' VI 4). Alla luce di nuovi riscontri puntuali fra i testi, si mostra come la vicenda narrata da Boccaccio e la caratterizzazione del protagonista siano costruite intrecciando un racconto contenuto nei 'Gesta Romanorum' (a sua volta rielaborazione medievale di una favola di Aviano) con tessere derivanti da un brano del libro VIII delle 'Metamorfosi' apuleiane, decisivo per comprendere la genesi di alcuni momenti narrativi e di alcuni tratti del protagonista del racconto boccacciano. Oltre al dettaglio della coscia di animale scomparsa proveniente da una battuta di caccia (una coscia di cervo nel racconto apuleiano, una coscia di gru nel 'Decameron'), si dimostra come anche l’elemento della paura, congiunto con il motivo della fortuna, contraddistingua tanto il cuoco protagonista del passo delle Metamorfosi quanto Chichibio (sebbene lo sviluppo dei due racconti sia differente). Entrambi i motivi (paura e fortuna) acquistano particolare rilievo anche perché richiamati congiuntamente nella premessa di Lauretta (spazio in cui il novellatore e la novellatrice di turno propongono quasi sempre chiavi di lettura originali per la novella) a partire ribaltamento di una celebre sententia che Boccaccio poteva leggere in nell’'Eneide' Virgilio e nel 'Formione' di Terenzio. Particolare attenzione è riservata nell’articolo anche al testo e alle postille presenti nei manoscritti su cui Boccaccio ha letto le opere di Apuleio e di Terenzo (rispettivamente Laurenziano Plut. 29, 2 e Laurenziano Plut. 38, 17), mentre non ci sono ci sono pervenuti i suoi esemplari di lettura con le altre fonti in gioco.
2022
978-88-9350-097-5
Fiorilla, M. (2022). INTRECCIO E RISCRITTURE DI FONTI CLASSICHE E MEDIEVALI NELLA NOVELLA DI CHICHIBIO (DEC. VI, 4). In L.M. G. CRIMI (a cura di), Santi, giullari, romanzieri, poeti. Studi per Franco Suitner (pp. 117-123). Ravenna : Longo.
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