Nel corso degli ultimi anni, la Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) ha dovuto più volte pronunciarsi sulla compatibilità tra la pratica religiosa delle macellazioni senza stordimento (c.d. macellazioni rituali) e la normativa europea in materia di tutela degli animali, in particolare al momento dell’abbattimento , normativa secondo cui, prima di essere macellato l’animale deve essere stordito. Queste pronunce hanno affrontato diversi aspetti della questione ed, in particolare, il rapporto tra la tutela del benessere animale e la tutela del diritto fondamentale alla libertà religiosa. L’ultima sentenza sul tema è del dicembre 2020 (Centraal Israëlitisch Consistorie van België e altri) . Nell’ambito di questa pronuncia, i giudici confermano una ormai costante tendenza giurisprudenziale all’interpretazione estensiva delle norme sulla tutela del benessere degli animali attraverso il richiamo all’articolo 13 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), introdotto con la modifica di Lisbona. La causa del 2020, nel suo complesso, suggerisce, però, delle riflessioni ulteriori riguardanti questioni di ordine filosofico e di limite delle normative esistenti, attraverso l’utilizzo del principio di non discriminazione, principio fondante della costruzione europea che viene richiamato in relazione alla tutela delle diverse categorie e specie di animali. Ciò premesso, il primo paragrafo del presente lavoro è dedicato all’articolo 13 FFUE e alla relativa funzione interpretativa delle norme a garanzia del benessere animale; nei successivi paragrafi si darà conto delle sentenze in materia di macellazioni rituali e dei collegamenti con altre recenti sentenze della Corte, proprio attraverso il principio di non discriminazione, per poi formulare alcune conclusioni.
Lottini, M. (2022). La Corte di giustizia e le macellazioni rituali: schemi collaudati e nuove prospettive. In M.L. E. BATTELLI (a cura di), Nuovi orizzonti sulla tutela degli animali (pp. 120-129). roma : romatre-press.
La Corte di giustizia e le macellazioni rituali: schemi collaudati e nuove prospettive
lottini micaela
2022-01-01
Abstract
Nel corso degli ultimi anni, la Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) ha dovuto più volte pronunciarsi sulla compatibilità tra la pratica religiosa delle macellazioni senza stordimento (c.d. macellazioni rituali) e la normativa europea in materia di tutela degli animali, in particolare al momento dell’abbattimento , normativa secondo cui, prima di essere macellato l’animale deve essere stordito. Queste pronunce hanno affrontato diversi aspetti della questione ed, in particolare, il rapporto tra la tutela del benessere animale e la tutela del diritto fondamentale alla libertà religiosa. L’ultima sentenza sul tema è del dicembre 2020 (Centraal Israëlitisch Consistorie van België e altri) . Nell’ambito di questa pronuncia, i giudici confermano una ormai costante tendenza giurisprudenziale all’interpretazione estensiva delle norme sulla tutela del benessere degli animali attraverso il richiamo all’articolo 13 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), introdotto con la modifica di Lisbona. La causa del 2020, nel suo complesso, suggerisce, però, delle riflessioni ulteriori riguardanti questioni di ordine filosofico e di limite delle normative esistenti, attraverso l’utilizzo del principio di non discriminazione, principio fondante della costruzione europea che viene richiamato in relazione alla tutela delle diverse categorie e specie di animali. Ciò premesso, il primo paragrafo del presente lavoro è dedicato all’articolo 13 FFUE e alla relativa funzione interpretativa delle norme a garanzia del benessere animale; nei successivi paragrafi si darà conto delle sentenze in materia di macellazioni rituali e dei collegamenti con altre recenti sentenze della Corte, proprio attraverso il principio di non discriminazione, per poi formulare alcune conclusioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.