Negli ultimi decenni, l’economia globale è stata caratterizzata dalla nascita e dallo sviluppo di aziende incentrate nell’erogazione di prodotti e servizi ad alto contenuto tecnologico; l’avvento di Internet ha costretto le imprese a ripensare alla propria strategia e a ricercare un posto nel web (Southwick, 2001). Il nuovo ciclo, definito della New Economy, che ha preso il via con la quotazione nel 1995 di Netscape Communications Inc., si è sviluppato rapidamente mediante le imprese operanti nel settore informatico definite Dot-com companies (De Long e Magin, 2006) per le quali il prezzo delle azioni era basato più sulle aspettative future che sui classici indicatori di bilancio. Nel marzo del 2000, con la pubblicazione dei bilanci delle Dot-com, che evidenziavano risultati deludenti, il mercato iniziò a comprendere che l’investimento, dopo anni di continua crescita, poteva rivelarsi non profittevole; molte delle imprese della nuova economia cessarono la propria attività o furono oggetto di operazioni straordinarie e, nel 2004, solo il 50% delle società che nel 2000 erano quotate sul mercato americano erano attive. Lo scoppio della bolla delle imprese tecnologiche ha evidenziato le debolezze dei metodi di valutazione applicati sino a quel momento ragion per cui la dottrina, che già si era occupata del fenomeno delle startup, ha iniziato a studiare più accuratamente le relative metodologie di stima del capitale economico senza giungere, però, alla definizione di un algoritmo condiviso ed universalmente riconosciuto. Infatti, le tecniche di valutazione comunemente utilizzate nella finanza aziendale si basano su rigidi presupposti e richiedono informazioni tipicamente non disponibili per le startup. Di conseguenza, la loro applicabilità è fortemente limitata nella valutazione delle imprese innovative soprattutto per quelle che si trovano nelle fasi iniziali di sviluppo dell’idea imprenditoriale. L’incertezza sulla fattibilità del progetto imprenditoriale e sulle dimensioni del mercato di riferimento conduce il valutatore ad avere un’insicurezza sul percorso di crescita e sul futuro sviluppo di tali tipologie di imprese con evidenti riverberi sull’affidabilità delle valutazioni poste in essere. L’importanza di una corretta stima del valore economico delle startup è direttamente collegata alla rilevanza di tali aziende nell’economia odierna; la corretta stima, infatti, in considerazione del fatto che consente di ridurre le asimmetrie informative tra investitori e imprenditori, appare essenziale per lo sviluppo dei progetti imprenditoriali e, di conseguenza, per la crescita dell’economia mondiale. In tale prospettiva, obiettivo del presente lavoro è: · analizzare la validità dei modelli di valutazione tradizionali e le opportunità di utilizzo dei metodi alternativi di più recente istituzione; · correlare le metodologie di stima con le varie fasi di crescita delle startup; · definire lo stato dell’arte delle metodologie di valutazione delle startup e fornire le linee guida per le future attività di ricerca.

Tiscini, R., Dello Strologo, A. (2022). I metodi di valutazione e fasi del ciclo di vita delle startup. In R.m. Enrico Gonnella (a cura di), La valutazione delle startup (pp. 127-161). Giuffrè Francis Lefebvre spa.

I metodi di valutazione e fasi del ciclo di vita delle startup

Alberto Dello Strologo
2022-01-01

Abstract

Negli ultimi decenni, l’economia globale è stata caratterizzata dalla nascita e dallo sviluppo di aziende incentrate nell’erogazione di prodotti e servizi ad alto contenuto tecnologico; l’avvento di Internet ha costretto le imprese a ripensare alla propria strategia e a ricercare un posto nel web (Southwick, 2001). Il nuovo ciclo, definito della New Economy, che ha preso il via con la quotazione nel 1995 di Netscape Communications Inc., si è sviluppato rapidamente mediante le imprese operanti nel settore informatico definite Dot-com companies (De Long e Magin, 2006) per le quali il prezzo delle azioni era basato più sulle aspettative future che sui classici indicatori di bilancio. Nel marzo del 2000, con la pubblicazione dei bilanci delle Dot-com, che evidenziavano risultati deludenti, il mercato iniziò a comprendere che l’investimento, dopo anni di continua crescita, poteva rivelarsi non profittevole; molte delle imprese della nuova economia cessarono la propria attività o furono oggetto di operazioni straordinarie e, nel 2004, solo il 50% delle società che nel 2000 erano quotate sul mercato americano erano attive. Lo scoppio della bolla delle imprese tecnologiche ha evidenziato le debolezze dei metodi di valutazione applicati sino a quel momento ragion per cui la dottrina, che già si era occupata del fenomeno delle startup, ha iniziato a studiare più accuratamente le relative metodologie di stima del capitale economico senza giungere, però, alla definizione di un algoritmo condiviso ed universalmente riconosciuto. Infatti, le tecniche di valutazione comunemente utilizzate nella finanza aziendale si basano su rigidi presupposti e richiedono informazioni tipicamente non disponibili per le startup. Di conseguenza, la loro applicabilità è fortemente limitata nella valutazione delle imprese innovative soprattutto per quelle che si trovano nelle fasi iniziali di sviluppo dell’idea imprenditoriale. L’incertezza sulla fattibilità del progetto imprenditoriale e sulle dimensioni del mercato di riferimento conduce il valutatore ad avere un’insicurezza sul percorso di crescita e sul futuro sviluppo di tali tipologie di imprese con evidenti riverberi sull’affidabilità delle valutazioni poste in essere. L’importanza di una corretta stima del valore economico delle startup è direttamente collegata alla rilevanza di tali aziende nell’economia odierna; la corretta stima, infatti, in considerazione del fatto che consente di ridurre le asimmetrie informative tra investitori e imprenditori, appare essenziale per lo sviluppo dei progetti imprenditoriali e, di conseguenza, per la crescita dell’economia mondiale. In tale prospettiva, obiettivo del presente lavoro è: · analizzare la validità dei modelli di valutazione tradizionali e le opportunità di utilizzo dei metodi alternativi di più recente istituzione; · correlare le metodologie di stima con le varie fasi di crescita delle startup; · definire lo stato dell’arte delle metodologie di valutazione delle startup e fornire le linee guida per le future attività di ricerca.
2022
9788828850298
Tiscini, R., Dello Strologo, A. (2022). I metodi di valutazione e fasi del ciclo di vita delle startup. In R.m. Enrico Gonnella (a cura di), La valutazione delle startup (pp. 127-161). Giuffrè Francis Lefebvre spa.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/428727
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