Quali che siano le sfide dei movimenti collettivi, è opportuno analizzarne la dimensione spaziale. La geografia (sociale), con la sua specifica impostazione, può dare il suo contributo alla comprensione e/o partecipazione a tali movimenti. Gli eventi che essi organizzano si svolgono da qualche parte e va dunque compreso il contesto spazio-temporale. Persino i movimenti nati sui social si materializzano - in certi momenti - in luoghi precisi: il movimento delle sardine, quello dei gilets gialli. Inoltre, ogni aspetto di un movimento contiene una dimensione spaziale: l’organizzazione, il bacino d’influenza, le tipologie di appropriazione collettiva dello spazio - pubblico o privato, aperto o chiuso - (da Occupy Wall Street, all’occupazione di fabbriche, dalla strada ai tetti), l'impiego del corpo in quanto tale (performances di gruppo – cfr. “Non Una Di Meno”). La dimensione spaziale può anche essere influenzata da come i movimenti sono rappresentati nello spazio mediatico e dai processi di delegittimazione, criminalizzazione e relativi opposti. Infatti, tale rappresentazione, condizionando la percezione individuale e collettiva, influenza i comportamenti sul piano spaziale sia dei movimenti, sia di chi non ne ha conoscenza diretta. Infine, i movimenti affrontano oggi le sfide imposte dalle restrizioni della pandemia che li obbligano a trasformarsi. Tale crisi apre dunque nuovi interrogativi sulle pratiche di mobilitazione. Si attendono casi studio ma anche contributi più incentrati sugli aspetti teorici.

Dumont, I. (2023). Geografia e mobilitazione: esplorazioni sui movimenti collettivi fra spazio fisico e spazio mediatico (SGP 8), 1, 413-414.

Geografia e mobilitazione: esplorazioni sui movimenti collettivi fra spazio fisico e spazio mediatico (SGP 8)

Isabelle Dumont
2023-01-01

Abstract

Quali che siano le sfide dei movimenti collettivi, è opportuno analizzarne la dimensione spaziale. La geografia (sociale), con la sua specifica impostazione, può dare il suo contributo alla comprensione e/o partecipazione a tali movimenti. Gli eventi che essi organizzano si svolgono da qualche parte e va dunque compreso il contesto spazio-temporale. Persino i movimenti nati sui social si materializzano - in certi momenti - in luoghi precisi: il movimento delle sardine, quello dei gilets gialli. Inoltre, ogni aspetto di un movimento contiene una dimensione spaziale: l’organizzazione, il bacino d’influenza, le tipologie di appropriazione collettiva dello spazio - pubblico o privato, aperto o chiuso - (da Occupy Wall Street, all’occupazione di fabbriche, dalla strada ai tetti), l'impiego del corpo in quanto tale (performances di gruppo – cfr. “Non Una Di Meno”). La dimensione spaziale può anche essere influenzata da come i movimenti sono rappresentati nello spazio mediatico e dai processi di delegittimazione, criminalizzazione e relativi opposti. Infatti, tale rappresentazione, condizionando la percezione individuale e collettiva, influenza i comportamenti sul piano spaziale sia dei movimenti, sia di chi non ne ha conoscenza diretta. Infine, i movimenti affrontano oggi le sfide imposte dalle restrizioni della pandemia che li obbligano a trasformarsi. Tale crisi apre dunque nuovi interrogativi sulle pratiche di mobilitazione. Si attendono casi studio ma anche contributi più incentrati sugli aspetti teorici.
2023
978 88 5495 594 3
Dumont, I. (2023). Geografia e mobilitazione: esplorazioni sui movimenti collettivi fra spazio fisico e spazio mediatico (SGP 8), 1, 413-414.
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