La costellazione della Vergine rappresentava per i greci Dike o Astrea, la dea della giustizia. Una dea originariamente vicina all'umanità, ma alla fine autoesiliatasi tra le stelle, distante dagli uomini e dai loro ciechi conflitti. Quella distanza era anche metafora di equidistanza ed equanimità, e va oggi riguadagnata in un senso rinnovato, cosmopolita e interculturale. Lo sguardo "distaccato" di Dike è necessario per poter osservare la società multiculturale e decifrare la pluralità delle sue voci; per spogliarsi dei provincialismi etnocentrici e dei preconcetti propri delle mentalità nazionali; per tracciare la grammatica di una giustizia in grado di farsi democraticamente specchio delle diversità, traducendole reciprocamente e restituendo così l'immagine di un soggetto di diritto dal volto meticcio, incrocio "inevitabile" e "indispensabile" tra molteplici codici culturali.

Ricca, M. (2008). Dike Meticcia. Rotte di diritto interculturale. SOVERIA MANNELLI : Rubbettino.

Dike Meticcia. Rotte di diritto interculturale

RICCA, Mario
2008-01-01

Abstract

La costellazione della Vergine rappresentava per i greci Dike o Astrea, la dea della giustizia. Una dea originariamente vicina all'umanità, ma alla fine autoesiliatasi tra le stelle, distante dagli uomini e dai loro ciechi conflitti. Quella distanza era anche metafora di equidistanza ed equanimità, e va oggi riguadagnata in un senso rinnovato, cosmopolita e interculturale. Lo sguardo "distaccato" di Dike è necessario per poter osservare la società multiculturale e decifrare la pluralità delle sue voci; per spogliarsi dei provincialismi etnocentrici e dei preconcetti propri delle mentalità nazionali; per tracciare la grammatica di una giustizia in grado di farsi democraticamente specchio delle diversità, traducendole reciprocamente e restituendo così l'immagine di un soggetto di diritto dal volto meticcio, incrocio "inevitabile" e "indispensabile" tra molteplici codici culturali.
2008
9788849821376
Ricca, M. (2008). Dike Meticcia. Rotte di diritto interculturale. SOVERIA MANNELLI : Rubbettino.
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