Kathryn Bigelow si colloca fin dall’inizio della sua carriera al centro di una serie di questioni particolarmente importanti per la cultura statunitense, come la riflessione sul rapporto fra l’individualità, il potere e la violenza. Sguardi, corpi e dispositivi di rappresentazione, assieme ai contesti culturali e ai generi di riferimento, divengono strumenti imprescindibili per una configurazione estetica che usa consapevolmente azione e spettacolarità per produrre una riflessione anche teorica e filosofica. Ripercorrere la carriera di Bigelow permette così di affrontare la trasformazione avvenuta nelle relazioni fra soggettività, società, media audiovisivi e potere negli Stati Uniti a fronte del consolidarsi delle forme della globalizzazione. Il testo ripercorre le teorie dell'autorialità (anche in relazione ai gender studies) e le mette in relazione alla posizionalità complessa della soggettività postmoderna; quindi, individua le tracce di questa complessità nelle scelte estetico-formali dei vari tipi di testualità prodotta da Bigelow negli anni. La molteplicità e la fluidità divengono chiavi interpretative necessarie per comprendere gli audiovisivi diretti da Bigelow. Il rapporto con l’estetica e la teoria del cinema, la messa in scena e l’ibridazione dei generi narrativi, la produzione del gender e della razza sono solo alcune delle questioni affrontate poi nelle analisi dei film raccolte nel volume (Near Dark - Il buio si avvicina, Point Break, Strange Days, The Hurt Locker, Zero Dark Thirty, Detroit).
DE PASCALIS, I.A. (2023). Kathryn Bigelow: tra autorialità e complessità. In Ilaria A. De Pascalis (a cura di), Kathryn Bigelow (pp. 9-28). Venezia : Marsilio.
Kathryn Bigelow: tra autorialità e complessità
Ilaria Antonella De Pascalis
2023-01-01
Abstract
Kathryn Bigelow si colloca fin dall’inizio della sua carriera al centro di una serie di questioni particolarmente importanti per la cultura statunitense, come la riflessione sul rapporto fra l’individualità, il potere e la violenza. Sguardi, corpi e dispositivi di rappresentazione, assieme ai contesti culturali e ai generi di riferimento, divengono strumenti imprescindibili per una configurazione estetica che usa consapevolmente azione e spettacolarità per produrre una riflessione anche teorica e filosofica. Ripercorrere la carriera di Bigelow permette così di affrontare la trasformazione avvenuta nelle relazioni fra soggettività, società, media audiovisivi e potere negli Stati Uniti a fronte del consolidarsi delle forme della globalizzazione. Il testo ripercorre le teorie dell'autorialità (anche in relazione ai gender studies) e le mette in relazione alla posizionalità complessa della soggettività postmoderna; quindi, individua le tracce di questa complessità nelle scelte estetico-formali dei vari tipi di testualità prodotta da Bigelow negli anni. La molteplicità e la fluidità divengono chiavi interpretative necessarie per comprendere gli audiovisivi diretti da Bigelow. Il rapporto con l’estetica e la teoria del cinema, la messa in scena e l’ibridazione dei generi narrativi, la produzione del gender e della razza sono solo alcune delle questioni affrontate poi nelle analisi dei film raccolte nel volume (Near Dark - Il buio si avvicina, Point Break, Strange Days, The Hurt Locker, Zero Dark Thirty, Detroit).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.