Fotografia e architettura, un connubio che affonda le radici nel passato, se si pensa alla sola immagine fotografica impressa su un supporto. Ma questo connubio è ben più longevo. Il meccanismo alla base di ogni moderna macchina fotografia è quello del foro stenopeico, con il ribaltamento dell’immagine reale all’interno di una stanza buia sulla cui parete viene eseguito un piccolo foro. I raggi solari attraversano tale foro restituendo sulla parete di fronte la copia “virtuale” della realtà. La camera ottica rinascimentale è lo strumento “tecnologico” che ha permesso uno sviluppo meraviglioso nel trattamento dei dettagli in pittura. Ma perché si è accennato al connubio con l’architettura, o se vogliamo con lo spazio antropizzato e abitato? La risposta è semplice: perché l’architettura è statica, non si muove. Pertanto, è facilmente riproducibile, che sia attraverso un ridisegno, un dipinto o una stampa stessa. Questo connubio ha permesso, nel corso dell’ultimo secolo e mezzo in modo particolare, di testimoniare le trasformazioni radicali sulle città, i cui tessuti urbani hanno subito profonde lacerazioni, modifiche e sostanziali perdite. Lo strumento fotografico è, in questo caso, essenziale per la conoscenza dei luoghi e la catalogazione degli spazi urbani e delle architetture, nonché testimoniare la crescita delle città in quel particolare limite tra urbano e natura.

Calisi, D. (2023). LA FOTOGRAFIA COME STRUMENTO DI ANALISI, CONOSCENZA E CATALOGAZIONE DELLO SPAZIO, DELL’AMBIENTE E DEL TERRITORIO. In M.G. Cianci (a cura di), Tracce. Segni e rappresentazioni del paesaggio che cambia (pp. 138-155). Il Poligrafo Casa Editrice srl.

LA FOTOGRAFIA COME STRUMENTO DI ANALISI, CONOSCENZA E CATALOGAZIONE DELLO SPAZIO, DELL’AMBIENTE E DEL TERRITORIO

calisi daniele
2023-01-01

Abstract

Fotografia e architettura, un connubio che affonda le radici nel passato, se si pensa alla sola immagine fotografica impressa su un supporto. Ma questo connubio è ben più longevo. Il meccanismo alla base di ogni moderna macchina fotografia è quello del foro stenopeico, con il ribaltamento dell’immagine reale all’interno di una stanza buia sulla cui parete viene eseguito un piccolo foro. I raggi solari attraversano tale foro restituendo sulla parete di fronte la copia “virtuale” della realtà. La camera ottica rinascimentale è lo strumento “tecnologico” che ha permesso uno sviluppo meraviglioso nel trattamento dei dettagli in pittura. Ma perché si è accennato al connubio con l’architettura, o se vogliamo con lo spazio antropizzato e abitato? La risposta è semplice: perché l’architettura è statica, non si muove. Pertanto, è facilmente riproducibile, che sia attraverso un ridisegno, un dipinto o una stampa stessa. Questo connubio ha permesso, nel corso dell’ultimo secolo e mezzo in modo particolare, di testimoniare le trasformazioni radicali sulle città, i cui tessuti urbani hanno subito profonde lacerazioni, modifiche e sostanziali perdite. Lo strumento fotografico è, in questo caso, essenziale per la conoscenza dei luoghi e la catalogazione degli spazi urbani e delle architetture, nonché testimoniare la crescita delle città in quel particolare limite tra urbano e natura.
2023
9788893872393
Calisi, D. (2023). LA FOTOGRAFIA COME STRUMENTO DI ANALISI, CONOSCENZA E CATALOGAZIONE DELLO SPAZIO, DELL’AMBIENTE E DEL TERRITORIO. In M.G. Cianci (a cura di), Tracce. Segni e rappresentazioni del paesaggio che cambia (pp. 138-155). Il Poligrafo Casa Editrice srl.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/460468
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