Il volume esamina la formazione del Governo nei sistemi parlamentari nel passaggio dalla fase dualista a quella monista, nel Regno Unito e poi nel continente europeo. La tendenza monista si rafforza nel Novecento, specie nel secondo dopoguerra: si considerano le costituzioni di Francia (IV Repubblica), Germania e Spagna, in base alle quali il Premier è prima investito dal Parlamento, poi nominato dal Capo dello Stato. La Costituzione italiana, invece, prevede innanzitutto che il Presidente della Repubblica nomini il Presidente del Consiglio. Se fino ai primi anni Novanta i partiti si ritenevano i soli attori determinanti nella scelta del Capo del Governo e dei Ministri, con la destrutturazione del sistema partitico è cresciuta l’influenza del Capo dello Stato nella formazione del Governo, dando vita ad alcuni esecutivi “di matrice presidenziale”. L’autore riflette su quelle esperienze e invita a rafforzare la posizione costituzionale del Presidente della Repubblica come organo super partes; l’elezione diretta del Capo dello Stato o del Premier potrebbero però alterarla. Sembra più razionale che la scelta del potenziale Presidente del Consiglio discenda dall’accordo pre-elettorale tra i partiti; il patto potrebbe comunque legare la premiership al risultato della lista più votata della coalizione vincente. Il libro contiene infine alcune proposte per consolidare il sistema parlamentare italiano, valorizzando l’esigenza della stabilità governativa e il principio della rappresentanza politica.
Bonfiglio, S. (2023). La scelta del Premier nei sistemi parlamentari. Torino : Giappichelli.
La scelta del Premier nei sistemi parlamentari
Salvatore Bonfiglio
2023-01-01
Abstract
Il volume esamina la formazione del Governo nei sistemi parlamentari nel passaggio dalla fase dualista a quella monista, nel Regno Unito e poi nel continente europeo. La tendenza monista si rafforza nel Novecento, specie nel secondo dopoguerra: si considerano le costituzioni di Francia (IV Repubblica), Germania e Spagna, in base alle quali il Premier è prima investito dal Parlamento, poi nominato dal Capo dello Stato. La Costituzione italiana, invece, prevede innanzitutto che il Presidente della Repubblica nomini il Presidente del Consiglio. Se fino ai primi anni Novanta i partiti si ritenevano i soli attori determinanti nella scelta del Capo del Governo e dei Ministri, con la destrutturazione del sistema partitico è cresciuta l’influenza del Capo dello Stato nella formazione del Governo, dando vita ad alcuni esecutivi “di matrice presidenziale”. L’autore riflette su quelle esperienze e invita a rafforzare la posizione costituzionale del Presidente della Repubblica come organo super partes; l’elezione diretta del Capo dello Stato o del Premier potrebbero però alterarla. Sembra più razionale che la scelta del potenziale Presidente del Consiglio discenda dall’accordo pre-elettorale tra i partiti; il patto potrebbe comunque legare la premiership al risultato della lista più votata della coalizione vincente. Il libro contiene infine alcune proposte per consolidare il sistema parlamentare italiano, valorizzando l’esigenza della stabilità governativa e il principio della rappresentanza politica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.