Lo scritto prende in esame in maniera esauriente ed originale, le diverse interrelazioni tra lo sviluppo delle neuroscienze ed il procedimento penale. In particolare si muove l'indagine sui diversi aspetti dell'attività cognitive del giudice onde verificare se i recenti approdi in materia di procedimento cognitivo umano possano determinare conseguenze sulla regolamentazione del percorso cognitivo del giudice. Inoltre si affronta lo spinoso problema della verifica in sede scientifica della capacitò di ricordare i fatti e la disciplina dei mezzi di prova che si risolvono nella narrazione di fatti ricordati. Ancora, viene affrontato un altro nodo problematico, relativo all'esigenza di armonizzazione fra la salvaguardia del diritto al silenzio dell'imputato, corollario essenziale della inviolabilità della difesa, sancita nell'art. 24 comma 2 Cost. in combinato disposto con l'art. 27 comma 2 Cost., con gli accertamenti di carattere neuroscientifico sulla persona dell'imputato, volti a saggiare la sua capacità d'intendere e di volere all'epoca della commissione del fatto oggetto dell'imputazione.Lo studio si conclude con l'illustrazione dei profili problematici della disciplina vigente e della necessità di un aggiornamento della stessa,attraverso la presentazione di indicazioni normative de leve merenda.
Di Bitonto, M.L.A. (2018). Neuroscienze e processo penale. In Giovanni Canzio Luca Luparia (a cura di), Prova scientifica e processo penale (pp. 743-766). padova : wolters kluver cedam.
Neuroscienze e processo penale
Di Bitonto, Maria Lucia Antonietta
2018-01-01
Abstract
Lo scritto prende in esame in maniera esauriente ed originale, le diverse interrelazioni tra lo sviluppo delle neuroscienze ed il procedimento penale. In particolare si muove l'indagine sui diversi aspetti dell'attività cognitive del giudice onde verificare se i recenti approdi in materia di procedimento cognitivo umano possano determinare conseguenze sulla regolamentazione del percorso cognitivo del giudice. Inoltre si affronta lo spinoso problema della verifica in sede scientifica della capacitò di ricordare i fatti e la disciplina dei mezzi di prova che si risolvono nella narrazione di fatti ricordati. Ancora, viene affrontato un altro nodo problematico, relativo all'esigenza di armonizzazione fra la salvaguardia del diritto al silenzio dell'imputato, corollario essenziale della inviolabilità della difesa, sancita nell'art. 24 comma 2 Cost. in combinato disposto con l'art. 27 comma 2 Cost., con gli accertamenti di carattere neuroscientifico sulla persona dell'imputato, volti a saggiare la sua capacità d'intendere e di volere all'epoca della commissione del fatto oggetto dell'imputazione.Lo studio si conclude con l'illustrazione dei profili problematici della disciplina vigente e della necessità di un aggiornamento della stessa,attraverso la presentazione di indicazioni normative de leve merenda.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.