Secondo la teoria della deriva a sud della latitudine, per effetto del cambiamento climatico, in alcuni decenni, la temperatura media delle città diventerà molto più calda. Succederà allora che Parigi prenderà il posto di Tolosa, Londra di Bordeaux, Roma si porterà a Tunisi e così via. Questa ‘traslazione’ è già cominciata e sta già producendo delle mutazioni significative nel paesaggio, a partire da variazioni consistenti delle sue ‘sostanze sottili’, come direbbe Lina Bo Bardi. «Roma è soprattutto un’atmosfera, una luce, un clima: è come una fatalità, una delle tante espressioni di quel carattere eterno che da sempre si attribuisce alla città» dice Ludovico Quaroni nel 1969. Ma cosa accadrebbe se la sua temperatura media aumentasse sensibilmente? Che ne sarebbe della sua celebre luce dorata? Cosa della trasparenza del suo orizzonte? Come cambierebbero la vegetazione, i cicli vitali e le alternanze stagionali? Cosa accadrebbe alle coreografie involontarie degli abitanti negli spazi aperti, ai rituali sociali, alla condivisione della vita quotidiana? La ricerca condotta nel 2016-2017 per l’American Academy in Rome, in tempi in cui l’aridità a Roma era ancora una minaccia avvertita ancora non incombente, non ancora protagonista di narrazioni letterarie e cinematografiche, racconta il viaggio di Roma verso l’Africa attraverso la dimensione più minuta del paesaggio, esplorata attraverso dettagli visivi, narrativi e sonori, questi ultimi realizzati grazie alla collaborazione con il compositore Jonathan Berger, The Denning Family Provostial Professor in Music alla Stanford University.
Metta, A. (2023). Verso sud. Paesaggi e latitudini migranti. In S.M. Ludovica Marinaro (a cura di), Arido. Progetti e azioni per paesaggi lungimiranti (pp. 93-103). Roma : DeriveApprodi.
Verso sud. Paesaggi e latitudini migranti
annalisa metta
2023-01-01
Abstract
Secondo la teoria della deriva a sud della latitudine, per effetto del cambiamento climatico, in alcuni decenni, la temperatura media delle città diventerà molto più calda. Succederà allora che Parigi prenderà il posto di Tolosa, Londra di Bordeaux, Roma si porterà a Tunisi e così via. Questa ‘traslazione’ è già cominciata e sta già producendo delle mutazioni significative nel paesaggio, a partire da variazioni consistenti delle sue ‘sostanze sottili’, come direbbe Lina Bo Bardi. «Roma è soprattutto un’atmosfera, una luce, un clima: è come una fatalità, una delle tante espressioni di quel carattere eterno che da sempre si attribuisce alla città» dice Ludovico Quaroni nel 1969. Ma cosa accadrebbe se la sua temperatura media aumentasse sensibilmente? Che ne sarebbe della sua celebre luce dorata? Cosa della trasparenza del suo orizzonte? Come cambierebbero la vegetazione, i cicli vitali e le alternanze stagionali? Cosa accadrebbe alle coreografie involontarie degli abitanti negli spazi aperti, ai rituali sociali, alla condivisione della vita quotidiana? La ricerca condotta nel 2016-2017 per l’American Academy in Rome, in tempi in cui l’aridità a Roma era ancora una minaccia avvertita ancora non incombente, non ancora protagonista di narrazioni letterarie e cinematografiche, racconta il viaggio di Roma verso l’Africa attraverso la dimensione più minuta del paesaggio, esplorata attraverso dettagli visivi, narrativi e sonori, questi ultimi realizzati grazie alla collaborazione con il compositore Jonathan Berger, The Denning Family Provostial Professor in Music alla Stanford University.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.