In the body of the city, destruction suspends time and, in the simultaneity of views that ruin produces, the vision of reconstruction is born as a search for still unexpressed potential. The contributions collected in the book are based on the theme of reconstruction to address the wider problem of defining imagery that can accept conflict as an active part of a new design, where the relational conditions constitute the framework for an intermittent narration rooted in space. The productive force of the memory fuels the thought behind the design, by engaging the interventions on a terrain treated not as inert ground, but as a layered system of signs, traceable and measurable through an operative inventory. Catastrophe is interpreted as a moment of material destruction, but also, etymologically, as an upheaval or breakdown of a morphological and structural equilibrium. It thus includes the possibility of the permanence of the immaterial and productive imagination, which from a fragment, in the impossibility of repeating the origin, builds new orders, architecture, cities and territories. Crisis and rebirth, therefore, cancellations and fresh visions. Each destruction defines a limit that demands answers in the dichotomy between authorship of a project and collective labour. Reflection on these themes brings up the urgency of the present and the uncertainty of future prospects. In these instances a project is asked to respond by defining strategies for an idea of the city and reconstructing an architecture for the city, or rediscovering one among the broken lines.

Nel corpo della città la distruzione sospende il tempo e, nella simultaneità di sguardi che la rovina produce, nasce la visione della ricostruzione come ricerca di potenzialità ancora inespresse. I contributi raccolti nel libro prendono le mosse dal tema della ricostruzione per affrontare il problema più ampio della definizione di immaginari capaci di assumere i conflitti come parte attiva di un nuovo disegno, dove le condizioni relazionali costituiscono la trama per una narrazione discontinua, ma radicata nello spazio. La forza produttiva della memoria alimenta il pensiero progettuale, innestando gli interventi su un terreno trattato non come suolo inerte, bensì come sistema stratificato di segni, rintracciabili e misurabili attraverso un inventario operativo. La catastrofe è intesa come momento di distruzione materiale, ma anche, etimologicamente, come rivolgimento o rottura di un equilibrio morfologico e strutturale. In essa è così compresa la possibilità di permanenza dell’immateriale e dell’immaginazione produttiva, che dal frammento, come impossibilità di ripetere l’origine, costruisce nuovi ordini, architetture, città e territori. Crisi e rinascita, dunque, cancellazioni e nuove visioni. Ciascuna distruzione definisce un limite che necessita di risposte, nella dicotomia tra autorialità del progetto e lavoro collettivo. La riflessione su questi temi chiama in campo l’urgenza del presente e l’incertezza delle prospettive future. A queste istanze il progetto è chiamato a rispondere definendo strategie per una idea di città e ricostruendo, o ritrovando tra linee interrotte, architetture per la città.

Rakowitz, G., Torricelli, C. (a cura di). (2018). Ricostruzione Inventario Progetto = Reconstruction Inventory Project. PADOVA : Il Poligrafo.

Ricostruzione Inventario Progetto = Reconstruction Inventory Project

TORRICELLI, CARLOTTA
2018-01-01

Abstract

In the body of the city, destruction suspends time and, in the simultaneity of views that ruin produces, the vision of reconstruction is born as a search for still unexpressed potential. The contributions collected in the book are based on the theme of reconstruction to address the wider problem of defining imagery that can accept conflict as an active part of a new design, where the relational conditions constitute the framework for an intermittent narration rooted in space. The productive force of the memory fuels the thought behind the design, by engaging the interventions on a terrain treated not as inert ground, but as a layered system of signs, traceable and measurable through an operative inventory. Catastrophe is interpreted as a moment of material destruction, but also, etymologically, as an upheaval or breakdown of a morphological and structural equilibrium. It thus includes the possibility of the permanence of the immaterial and productive imagination, which from a fragment, in the impossibility of repeating the origin, builds new orders, architecture, cities and territories. Crisis and rebirth, therefore, cancellations and fresh visions. Each destruction defines a limit that demands answers in the dichotomy between authorship of a project and collective labour. Reflection on these themes brings up the urgency of the present and the uncertainty of future prospects. In these instances a project is asked to respond by defining strategies for an idea of the city and reconstructing an architecture for the city, or rediscovering one among the broken lines.
2018
9788893870559
Nel corpo della città la distruzione sospende il tempo e, nella simultaneità di sguardi che la rovina produce, nasce la visione della ricostruzione come ricerca di potenzialità ancora inespresse. I contributi raccolti nel libro prendono le mosse dal tema della ricostruzione per affrontare il problema più ampio della definizione di immaginari capaci di assumere i conflitti come parte attiva di un nuovo disegno, dove le condizioni relazionali costituiscono la trama per una narrazione discontinua, ma radicata nello spazio. La forza produttiva della memoria alimenta il pensiero progettuale, innestando gli interventi su un terreno trattato non come suolo inerte, bensì come sistema stratificato di segni, rintracciabili e misurabili attraverso un inventario operativo. La catastrofe è intesa come momento di distruzione materiale, ma anche, etimologicamente, come rivolgimento o rottura di un equilibrio morfologico e strutturale. In essa è così compresa la possibilità di permanenza dell’immateriale e dell’immaginazione produttiva, che dal frammento, come impossibilità di ripetere l’origine, costruisce nuovi ordini, architetture, città e territori. Crisi e rinascita, dunque, cancellazioni e nuove visioni. Ciascuna distruzione definisce un limite che necessita di risposte, nella dicotomia tra autorialità del progetto e lavoro collettivo. La riflessione su questi temi chiama in campo l’urgenza del presente e l’incertezza delle prospettive future. A queste istanze il progetto è chiamato a rispondere definendo strategie per una idea di città e ricostruendo, o ritrovando tra linee interrotte, architetture per la città.
Rakowitz, G., Torricelli, C. (a cura di). (2018). Ricostruzione Inventario Progetto = Reconstruction Inventory Project. PADOVA : Il Poligrafo.
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