In copertina le cinque sagome capovolte di Mercurio, liberamente rielaborate dall’autrice utilizzando un marchio americano degli anni ‘30, rappresentano bene la filosofia e il tema dominante di questo libro. Sono, infatti, un riferimento simbolico alle 5W che stanno alla base di un buon nucleo informativo e, allo stesso tempo, alla divinità classica del commercio e della comunicazione. Il capovolgimento del simbolo alato è analizzato qui come una duplice chiave interpretativa dei messaggi della pubblicità. Primo perché, contrariamente a ciò che si pensa, la parola all’interno di slogan e spot non è finalizzata alla vendita, quanto a modificare la rappresentazione concettuale usuale che si ha della végétation d’objects della vita di tutti i giorni. Secondo perché, contrariamente a quanto accade nel giornalismo, il linguaggio della réclame riesce a comunicare solo grazie alla omissione, cancellazione, ridefinizione dei contorni delle classiche 5W, che reinventa e ricrea per una semiosi infinita di narrazione della quotidianità. In questo elaborato processo di costruzione e decostruzione di miti, il grado zero della parola pubblicitaria non è mai solo verbale, né referenziale, è di base un iconotesto e il suo dire passa attraverso una grammatica altra rispetto alla lingua comune. Né potrebbe essere diversamente: è facile oggi, fra tante iperboli e tanti effetti sensazionalistici, far roteare un Mercurio alato, ma non se a testa in giù! Per riuscirci bisogna essere particolarmente abili con parolibere, fantalinguaggio e “modi di ridire”. Il libro analizza e descrive un po’ di questi strani oggetti e svela un po’ di regole e segreti dei saltimbanchi dell’anima di ciascun consumatore. Si comincia qui con l’analisi delle prime e innovative iscrizioni luminose, “proiettate magari sulle nuvole e formate da multicolori lampadine elettriche, che si accendevano e si smorzavano a regolari intervalli sui tetti d’un fabbricato, come faro di porto”. Di lì alle “parolibere” o alle avventure di Marcovaldo, il passo sembra breve, ma non lo è. English abstract: What is the effect of the words of the advertising messages? A large bibliographical field has shown that they, as well as a sort of an hidden persuader, are able in changing our perception of the things we live by. In this book, we evidence in particular that the Adv texts change the conceptual representation of the objects, and modifying our perceptions through the innovative discoursive plain constructed between designatum and disegnatum. The language of advertising is not considered a simple language for special purposes, but it is described as a code with a specific grammar, own rules and well structured icono-texts. The different identities of the consumers is a relevant element in the processing of coding and decoding them. Thus the analysis is based considering the distinction between objects oriented and subjects oriented texts.
Catricala', M. (2023). Pubblicità fa rima con identità. Soveria Mannelli (CZ) : Rubbettino.
Pubblicità fa rima con identità
Catricala' Maria
2023-01-01
Abstract
In copertina le cinque sagome capovolte di Mercurio, liberamente rielaborate dall’autrice utilizzando un marchio americano degli anni ‘30, rappresentano bene la filosofia e il tema dominante di questo libro. Sono, infatti, un riferimento simbolico alle 5W che stanno alla base di un buon nucleo informativo e, allo stesso tempo, alla divinità classica del commercio e della comunicazione. Il capovolgimento del simbolo alato è analizzato qui come una duplice chiave interpretativa dei messaggi della pubblicità. Primo perché, contrariamente a ciò che si pensa, la parola all’interno di slogan e spot non è finalizzata alla vendita, quanto a modificare la rappresentazione concettuale usuale che si ha della végétation d’objects della vita di tutti i giorni. Secondo perché, contrariamente a quanto accade nel giornalismo, il linguaggio della réclame riesce a comunicare solo grazie alla omissione, cancellazione, ridefinizione dei contorni delle classiche 5W, che reinventa e ricrea per una semiosi infinita di narrazione della quotidianità. In questo elaborato processo di costruzione e decostruzione di miti, il grado zero della parola pubblicitaria non è mai solo verbale, né referenziale, è di base un iconotesto e il suo dire passa attraverso una grammatica altra rispetto alla lingua comune. Né potrebbe essere diversamente: è facile oggi, fra tante iperboli e tanti effetti sensazionalistici, far roteare un Mercurio alato, ma non se a testa in giù! Per riuscirci bisogna essere particolarmente abili con parolibere, fantalinguaggio e “modi di ridire”. Il libro analizza e descrive un po’ di questi strani oggetti e svela un po’ di regole e segreti dei saltimbanchi dell’anima di ciascun consumatore. Si comincia qui con l’analisi delle prime e innovative iscrizioni luminose, “proiettate magari sulle nuvole e formate da multicolori lampadine elettriche, che si accendevano e si smorzavano a regolari intervalli sui tetti d’un fabbricato, come faro di porto”. Di lì alle “parolibere” o alle avventure di Marcovaldo, il passo sembra breve, ma non lo è. English abstract: What is the effect of the words of the advertising messages? A large bibliographical field has shown that they, as well as a sort of an hidden persuader, are able in changing our perception of the things we live by. In this book, we evidence in particular that the Adv texts change the conceptual representation of the objects, and modifying our perceptions through the innovative discoursive plain constructed between designatum and disegnatum. The language of advertising is not considered a simple language for special purposes, but it is described as a code with a specific grammar, own rules and well structured icono-texts. The different identities of the consumers is a relevant element in the processing of coding and decoding them. Thus the analysis is based considering the distinction between objects oriented and subjects oriented texts.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.