Intrecciando l’analisi degli stili cinematografici e l’indagine sulle trasformazioni della metropoli, il volume sottolinea il ruolo essenziale svolto dal cinema italiano del dopoguerra nel mediare la riconfigurazione identitaria del Paese e il suo tortuoso percorso verso la modernità. Riaffrontando e problematizzando la categoria di neorealismo, se ne discute l’indiscussa importanza nell’elaborazione dei processi di memoria ed oblio del controverso passato recente. Si riflette sulle istanze documentarie e fenomenologiche del cinema dell'epoca, ma anche sull’influenza del melodramma. L’immaginazione melodrammatica, rintracciata nel cuore stesso del fenomeno neorealista, emerge come vera e propria modalità strutturante del sentimento postbellico. Le atmosfere noir si segnalano poi come modalità privilegiata per raccontare l’angoscia che sembra attraversare pervasivamente, a livello transnazionale, il cinema degli anni Quaranta e il suo racconto del paesaggio urbano. Pur segnato dalla dimensione del trauma, il cinema del dopoguerra propone però al pubblico un nuovo patto sensoriale in cui è centrale anche la dimensione del piacere visivo: da Giorni di gloria a Roma città aperta, dal cinema di Vittorio De Sica a quello di Pietro Germi, la ariosità delle riprese in esterni reali diventa una modalità essenziale per mobilitare il coinvolgimento, il desiderio e l’identificazione spettatoriale. Le borgate e i colli, il caos del centro e i monumenti antichi, le macerie e i nuovi palazzi in costruzione: questo cinema fa della Roma degli anni Quaranta uno spazio da attraversare ed in cui immergersi, allora come oggi.
Marmo, L. (2018). Roma e il cinema del dopoguerra. Neorealismo, melodramma, noir.. Roma : Bulzoni.
Roma e il cinema del dopoguerra. Neorealismo, melodramma, noir.
Marmo Lorenzo
2018-01-01
Abstract
Intrecciando l’analisi degli stili cinematografici e l’indagine sulle trasformazioni della metropoli, il volume sottolinea il ruolo essenziale svolto dal cinema italiano del dopoguerra nel mediare la riconfigurazione identitaria del Paese e il suo tortuoso percorso verso la modernità. Riaffrontando e problematizzando la categoria di neorealismo, se ne discute l’indiscussa importanza nell’elaborazione dei processi di memoria ed oblio del controverso passato recente. Si riflette sulle istanze documentarie e fenomenologiche del cinema dell'epoca, ma anche sull’influenza del melodramma. L’immaginazione melodrammatica, rintracciata nel cuore stesso del fenomeno neorealista, emerge come vera e propria modalità strutturante del sentimento postbellico. Le atmosfere noir si segnalano poi come modalità privilegiata per raccontare l’angoscia che sembra attraversare pervasivamente, a livello transnazionale, il cinema degli anni Quaranta e il suo racconto del paesaggio urbano. Pur segnato dalla dimensione del trauma, il cinema del dopoguerra propone però al pubblico un nuovo patto sensoriale in cui è centrale anche la dimensione del piacere visivo: da Giorni di gloria a Roma città aperta, dal cinema di Vittorio De Sica a quello di Pietro Germi, la ariosità delle riprese in esterni reali diventa una modalità essenziale per mobilitare il coinvolgimento, il desiderio e l’identificazione spettatoriale. Le borgate e i colli, il caos del centro e i monumenti antichi, le macerie e i nuovi palazzi in costruzione: questo cinema fa della Roma degli anni Quaranta uno spazio da attraversare ed in cui immergersi, allora come oggi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.