Alla luce degli studi sui rapporti tra fotografia e teatro che negli ultimi anni hanno visto un importante sviluppo, il Dossier indaga l’utilizzo delle 420SUMMARIES immagini fotografiche nei libri dei primi decenni del Novecento, con particolare attenzione ai volumi dedicati alla danza e all’arte del movimento di cui vengono presi in esame alcuni casi studio. Il contributo di Arnaud Rykner, tra i maggiori studiosi di fotografia di scena in Francia, offre una importante premessa tecnica sui processi che, a partire dagli ultimi decenni dell’Ottocento, rendono possibile la riproduzione tipografica delle fotografie facendo penetrare l’immagine meccanica nei periodici, nelle riviste e nei libri, e in particolare nei libri di teatro. Dai ritratti che portano i volti degli attori sulle copertine dei periodici fino alle illustrazioni dei drammi che mostrano accanto ai testi la dimensione visiva della messa in scena, le fotografie di teatro sperimentano la gamma dei loro utilizzi mediatici e moltiplicano le forme della loro riproducibilità. Una Scheda a cura di Samantha Marenzi e Simona Silvestri si focalizza sullo stesso arco cronologico ma attraverso i libri al confine tra arte scienza e cultura performativa, dove la fotografia costituisce uno dei principali strumenti di osservazione e di sollecitazione del movimento e delle espressioni. Nel quadro di una breve ricognizione di questa tipologia di volumi e delle sperimentazioni fotografiche che vi confluiscono, le autrici analizzano La Danse Greque antique d’après les monuments figurés di Maurice Emmanuel, dove la fotografia è utilizzata per comparare la danza del passato con quella del presente, e L’Art et l’Hypnose di Émile Magnin, dove Magdeleine G., celebre per le sue danze in stato di sonno indotto, appare in un repertorio visivo al confine tra documentazione clinica e fotografia di scena. I saggi che seguono costituiscono tre approfondimenti su casi studio che presentano diverse interrelazioni tra loro. Nascono da un contesto di ricerca che da anni indaga le relazioni tra arti visive e performative e sperimenta i relativi metodi di indagine coinvolgendo studiosi con diversi gradi di esperienza. Il primo, di Simona Silvestri, prende in esame l’utilizzo degli apparati visivi nei volumi che Émile Jaques-Dalcroze dedica a più riprese alla sistemazione teorica del suo metodo di ginnastica ritmica. In gran parte realizzate dal ginevrino Frédéric Boissonnas, le fotografie mostrano gli sviluppi del metodo nel corso degli anni e portano nella documentazione le istanze della fotografia archeologica, di cui il fotografo era un esperto, e del montaggio, le cui strategie caratterizzano i criteri di selezione e la sistemazione delle immagini nelle mostre e nei libri. Il saggio di Samantha Marenzi si concentra su due libri che hanno dato un importante contributo alla definizione della danza moderna nei primi decenni del Novecento, mettendo a punto le formule della sua trasmissione attraverso i testi e soprattutto attraverso le immagini. Der moderne Tanz di Hans Brandenburg, che esce in Germania nel 1913 (e poi in due diverse edizioni nel 1917 e nel 1921), e The Book of the Dance di Arnold Genthe, pubblicato a New York nel 1916. Il libro di uno scrittore e quello di un fotografo, delle vere e proprie mappe degli intrecci tra cultura coreutica e cultura visiva e delle migrazioni di immagini ed esperienze tra l’Europa e gli Stati Uniti. Il contributo di Raimondo Guarino osserva una serie di libri come terreno di studio necessario per comprendere il rapporto tra Körperkultur e cantieri della danza nella cultura di Weimar. Dopo aver registrato in altre sedi le tendenze filosofiche e ideologiche attratte nell’orizzonte della ginnastica espressiva, Guarino riprende alcuni sondaggi focalizzati sull’illustrazione fotografica dei libri che hanno condensato e arricchito argomenti e testimonianze sulla nuova pedagogia, la formazione del corpo espressivo, la sperimentazione sulle tecniche e le arti del movimento.
Marenzi, S. (a cura di). (2022). L’uso della fotografia nei libri della danza di inizio Novecento. Casi studio e zone di intersezione. Dossier.
L’uso della fotografia nei libri della danza di inizio Novecento. Casi studio e zone di intersezione. Dossier
samantha marenzi
2022-01-01
Abstract
Alla luce degli studi sui rapporti tra fotografia e teatro che negli ultimi anni hanno visto un importante sviluppo, il Dossier indaga l’utilizzo delle 420SUMMARIES immagini fotografiche nei libri dei primi decenni del Novecento, con particolare attenzione ai volumi dedicati alla danza e all’arte del movimento di cui vengono presi in esame alcuni casi studio. Il contributo di Arnaud Rykner, tra i maggiori studiosi di fotografia di scena in Francia, offre una importante premessa tecnica sui processi che, a partire dagli ultimi decenni dell’Ottocento, rendono possibile la riproduzione tipografica delle fotografie facendo penetrare l’immagine meccanica nei periodici, nelle riviste e nei libri, e in particolare nei libri di teatro. Dai ritratti che portano i volti degli attori sulle copertine dei periodici fino alle illustrazioni dei drammi che mostrano accanto ai testi la dimensione visiva della messa in scena, le fotografie di teatro sperimentano la gamma dei loro utilizzi mediatici e moltiplicano le forme della loro riproducibilità. Una Scheda a cura di Samantha Marenzi e Simona Silvestri si focalizza sullo stesso arco cronologico ma attraverso i libri al confine tra arte scienza e cultura performativa, dove la fotografia costituisce uno dei principali strumenti di osservazione e di sollecitazione del movimento e delle espressioni. Nel quadro di una breve ricognizione di questa tipologia di volumi e delle sperimentazioni fotografiche che vi confluiscono, le autrici analizzano La Danse Greque antique d’après les monuments figurés di Maurice Emmanuel, dove la fotografia è utilizzata per comparare la danza del passato con quella del presente, e L’Art et l’Hypnose di Émile Magnin, dove Magdeleine G., celebre per le sue danze in stato di sonno indotto, appare in un repertorio visivo al confine tra documentazione clinica e fotografia di scena. I saggi che seguono costituiscono tre approfondimenti su casi studio che presentano diverse interrelazioni tra loro. Nascono da un contesto di ricerca che da anni indaga le relazioni tra arti visive e performative e sperimenta i relativi metodi di indagine coinvolgendo studiosi con diversi gradi di esperienza. Il primo, di Simona Silvestri, prende in esame l’utilizzo degli apparati visivi nei volumi che Émile Jaques-Dalcroze dedica a più riprese alla sistemazione teorica del suo metodo di ginnastica ritmica. In gran parte realizzate dal ginevrino Frédéric Boissonnas, le fotografie mostrano gli sviluppi del metodo nel corso degli anni e portano nella documentazione le istanze della fotografia archeologica, di cui il fotografo era un esperto, e del montaggio, le cui strategie caratterizzano i criteri di selezione e la sistemazione delle immagini nelle mostre e nei libri. Il saggio di Samantha Marenzi si concentra su due libri che hanno dato un importante contributo alla definizione della danza moderna nei primi decenni del Novecento, mettendo a punto le formule della sua trasmissione attraverso i testi e soprattutto attraverso le immagini. Der moderne Tanz di Hans Brandenburg, che esce in Germania nel 1913 (e poi in due diverse edizioni nel 1917 e nel 1921), e The Book of the Dance di Arnold Genthe, pubblicato a New York nel 1916. Il libro di uno scrittore e quello di un fotografo, delle vere e proprie mappe degli intrecci tra cultura coreutica e cultura visiva e delle migrazioni di immagini ed esperienze tra l’Europa e gli Stati Uniti. Il contributo di Raimondo Guarino osserva una serie di libri come terreno di studio necessario per comprendere il rapporto tra Körperkultur e cantieri della danza nella cultura di Weimar. Dopo aver registrato in altre sedi le tendenze filosofiche e ideologiche attratte nell’orizzonte della ginnastica espressiva, Guarino riprende alcuni sondaggi focalizzati sull’illustrazione fotografica dei libri che hanno condensato e arricchito argomenti e testimonianze sulla nuova pedagogia, la formazione del corpo espressivo, la sperimentazione sulle tecniche e le arti del movimento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.