In questo volume viene analizzata e contestualizzata l’evoluzione della pittura di paesaggio di Luigi Salvatori (Palestrina, 25 ottobre 1951), architetto-urbanista e artista figurativo, considerandola esemplificativa della trasformazione del rapporto tra natura, architettura e identità culturale vissuto dall’artista in sintonia con la sua epoca. La pittura di paesaggio prodotta da Luigi Salvatori, nato nel periodo del boom economico e che sta vivendo l’avvento del digitale, è letta in rapporto al contesto familiare e alla città natale Palestrina, a Roma, in cui l’artista si è trasferito presto nel periodo del boom economico e di espansione edilizia della città, agli studi di architettura sotto gli effetti del Sessantotto e con l’insegnamento di Ludovico Quaroni, Giulio Carlo Argan e Bruno Zevi, nonché in sintonia con il crescente interesse della sua epoca per l’ecologia e con l’avvento dell’era digitale. È inoltre analizzata la fortuna critica dell’artista e sono individuati, nella sua pittura di paesaggio, elementi legati alla tradizione e alla innovazione, tra lo studio dell’arte del passato e l’influenza della tecnologia.
Ramadori, M. (2023). La pittura di paesaggio di Luigi Salvatori. Rappresentazione di memoria e identità culturale nell'era tecnologica. [Alatri] : Paolo Salvati Onlus.
La pittura di paesaggio di Luigi Salvatori. Rappresentazione di memoria e identità culturale nell'era tecnologica
Ramadori, Michela
2023-01-01
Abstract
In questo volume viene analizzata e contestualizzata l’evoluzione della pittura di paesaggio di Luigi Salvatori (Palestrina, 25 ottobre 1951), architetto-urbanista e artista figurativo, considerandola esemplificativa della trasformazione del rapporto tra natura, architettura e identità culturale vissuto dall’artista in sintonia con la sua epoca. La pittura di paesaggio prodotta da Luigi Salvatori, nato nel periodo del boom economico e che sta vivendo l’avvento del digitale, è letta in rapporto al contesto familiare e alla città natale Palestrina, a Roma, in cui l’artista si è trasferito presto nel periodo del boom economico e di espansione edilizia della città, agli studi di architettura sotto gli effetti del Sessantotto e con l’insegnamento di Ludovico Quaroni, Giulio Carlo Argan e Bruno Zevi, nonché in sintonia con il crescente interesse della sua epoca per l’ecologia e con l’avvento dell’era digitale. È inoltre analizzata la fortuna critica dell’artista e sono individuati, nella sua pittura di paesaggio, elementi legati alla tradizione e alla innovazione, tra lo studio dell’arte del passato e l’influenza della tecnologia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.