L’autore opera una riflessione sul ruolo dell’insegnante di sostegno tenendo conto di alcune questioni/variabili e due fattori. Le questioni/variabili prese in esame sono le seguenti: 1) quella dell’insegnante di sostegno è una figura professionale che “viene da lontano”, che nasce, con altri nomi ed altre funzioni, a cavallo tra la fine dell’800 e i primordi del 900; 2) nella sua analisi vanno quindi prese i considerazione le differenti “culture dell’inclusione” che si sono venute a configurare nel corso del tempo, anche influenzate dai modelli o paradigmi scientifici che si sono avvicendati, anzi quasi sempre coesistendo tra loro; 3) l’evoluzione della normativa, che da un lato ha formalizzato sul piano legislativo la “cultura inclusiva” presente in un determinato periodo storico e, di conseguenza, dall’altro ha orientato la definizione del profilo professionale ritenuto necessario per corrispondervi; 4) la formazione di tale figura, la definizione del corredo di conoscenze e competenze da possedere ha coinciso e continua a coincidere con il mandato attribuitole dalla cultura e dai modelli scientifici in auge, dall’apparato legislativo che li ha formalizzati, nonché dagli articolati istituzionali che li hanno tradotti in percorsi formativi aventi le caratteristiche formali (teorico-applicative) via via richieste. A tali questioni si collegano due fattori: il primo ha a che vedere con gli esiti della ricerca scientifica, in quanto la figura dell’educatore o dell’insegnante deputato alla “presa in carico” di allievi/e “con disabilità” è stata ed è oggetto di studi, di indagini e di ricerche finalizzate a comprenderne meglio il ruolo e la funzione e, d’altro canto, a delinearne meglio il profilo; il secondo fattore attiene al dibattito sul ruolo e sulla funzione del/della docente di sostegno, sia rispetto alle peculiarità (in termini di conoscenze, competenze, attitudini, ecc.) che ne devono qualificare il profilo ma, anche, sulla sua “utilità”, ossia sul fatto se debba o meno essere ancora contemplata un simile figura o se non sia giunto il momento di una sua evoluzione o ridefinizione.
Bocci, F. (2024). Il ruolo dell’insegnante di sostegno. In Manuale per l’inclusione (pp. 7-17). Brescia : Scholé.
Il ruolo dell’insegnante di sostegno
BOCCI Fabio
2024-01-01
Abstract
L’autore opera una riflessione sul ruolo dell’insegnante di sostegno tenendo conto di alcune questioni/variabili e due fattori. Le questioni/variabili prese in esame sono le seguenti: 1) quella dell’insegnante di sostegno è una figura professionale che “viene da lontano”, che nasce, con altri nomi ed altre funzioni, a cavallo tra la fine dell’800 e i primordi del 900; 2) nella sua analisi vanno quindi prese i considerazione le differenti “culture dell’inclusione” che si sono venute a configurare nel corso del tempo, anche influenzate dai modelli o paradigmi scientifici che si sono avvicendati, anzi quasi sempre coesistendo tra loro; 3) l’evoluzione della normativa, che da un lato ha formalizzato sul piano legislativo la “cultura inclusiva” presente in un determinato periodo storico e, di conseguenza, dall’altro ha orientato la definizione del profilo professionale ritenuto necessario per corrispondervi; 4) la formazione di tale figura, la definizione del corredo di conoscenze e competenze da possedere ha coinciso e continua a coincidere con il mandato attribuitole dalla cultura e dai modelli scientifici in auge, dall’apparato legislativo che li ha formalizzati, nonché dagli articolati istituzionali che li hanno tradotti in percorsi formativi aventi le caratteristiche formali (teorico-applicative) via via richieste. A tali questioni si collegano due fattori: il primo ha a che vedere con gli esiti della ricerca scientifica, in quanto la figura dell’educatore o dell’insegnante deputato alla “presa in carico” di allievi/e “con disabilità” è stata ed è oggetto di studi, di indagini e di ricerche finalizzate a comprenderne meglio il ruolo e la funzione e, d’altro canto, a delinearne meglio il profilo; il secondo fattore attiene al dibattito sul ruolo e sulla funzione del/della docente di sostegno, sia rispetto alle peculiarità (in termini di conoscenze, competenze, attitudini, ecc.) che ne devono qualificare il profilo ma, anche, sulla sua “utilità”, ossia sul fatto se debba o meno essere ancora contemplata un simile figura o se non sia giunto il momento di una sua evoluzione o ridefinizione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


