Una critica non accademica, ma che dell'accademia mantiene il rigore filologico e lo scrupolo documentario. Un metodo che «nella ricerca e serietà specialistica ama la serietà della ricerca senza credere all'ideologia dello specialismo». Un confronto serrato con i maggiori interpreti delle opere esaminate, che mette in luce la storicità dei diversi modi di accostarsi alla poesia, riflettendo sulla ricezione, sulla «storia della fortuna della poesia stessa, cioè a come è stata letta nel tempo, nei secoli, nel corso della critica». Una lettura dei testi che fa continuamente stridere passato e presente, tentando, attraverso gli autori presentati, di recuperare pezzi della tradizione letteraria, di servirsene per leggere il presente e per prefigurare un futuro. Un attraversamento, infine, che tocca il critico e il poeta, i quali interrogano una terzina di Dante o una variante di Leopardi per scorgervi in filigrana anche le tracce della propria poesia e della propria attività saggistica. Tutto questo richiama “il classicismo inquieto” di Fortini, mai appagato ma sempre sensibile, anche, alle fratture storico-espressive del Novecento. Sia nell’opera poetica che in quella saggistica l’autore accoglie e rielabora, “traduce” e rivitalizza temi e stilemi di una parte della tradizione classica che egli sente necessaria per un suo discorso – come è stato detto da Pier Vincenzo Mengaldo – di «oggettività partecipabile, in cui il mezzo stesso è per sua natura sentito come un fatto di collaborazione inter-individuale (perciò l’ostinazione con la quale Fortini continua a rivivere e riassumere il lascito di tutta una civiltà poetica)». Questi i tratti distintivi delle letture radiofoniche su Dante, Tasso, Leopardi, Manzoni e Pascoli, che Franco Fortini realizzò per Radio Tre nel giugno 1991 in dialogo con Donatello Santarone.

Santarone, D. (2024). Donatello Santarone, Fortini lettore dei classici, Unico.

Donatello Santarone, Fortini lettore dei classici

Donatello Santarone
2024-01-01

Abstract

Una critica non accademica, ma che dell'accademia mantiene il rigore filologico e lo scrupolo documentario. Un metodo che «nella ricerca e serietà specialistica ama la serietà della ricerca senza credere all'ideologia dello specialismo». Un confronto serrato con i maggiori interpreti delle opere esaminate, che mette in luce la storicità dei diversi modi di accostarsi alla poesia, riflettendo sulla ricezione, sulla «storia della fortuna della poesia stessa, cioè a come è stata letta nel tempo, nei secoli, nel corso della critica». Una lettura dei testi che fa continuamente stridere passato e presente, tentando, attraverso gli autori presentati, di recuperare pezzi della tradizione letteraria, di servirsene per leggere il presente e per prefigurare un futuro. Un attraversamento, infine, che tocca il critico e il poeta, i quali interrogano una terzina di Dante o una variante di Leopardi per scorgervi in filigrana anche le tracce della propria poesia e della propria attività saggistica. Tutto questo richiama “il classicismo inquieto” di Fortini, mai appagato ma sempre sensibile, anche, alle fratture storico-espressive del Novecento. Sia nell’opera poetica che in quella saggistica l’autore accoglie e rielabora, “traduce” e rivitalizza temi e stilemi di una parte della tradizione classica che egli sente necessaria per un suo discorso – come è stato detto da Pier Vincenzo Mengaldo – di «oggettività partecipabile, in cui il mezzo stesso è per sua natura sentito come un fatto di collaborazione inter-individuale (perciò l’ostinazione con la quale Fortini continua a rivivere e riassumere il lascito di tutta una civiltà poetica)». Questi i tratti distintivi delle letture radiofoniche su Dante, Tasso, Leopardi, Manzoni e Pascoli, che Franco Fortini realizzò per Radio Tre nel giugno 1991 in dialogo con Donatello Santarone.
2024
9791259632258
Santarone, D. (2024). Donatello Santarone, Fortini lettore dei classici, Unico.
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