Il saggio vuol analizzare il rapporto tra comunicazione e potere così come studiato da Marshall McLuhan in riferimento al decentramento funzionale stimolato dal libro a stampa prima e dai media elettrici poi. In primo piano, per McLuhan, vi è la portata metaforizzante del medium letterario, con particolare riferimento al Re Lear di Shakespeare e al Principe di Machiavelli, richiamati sia nella Galassia Gutenberg (1962) che negli Strumenti del comunicare (1964), con l’obiettivo di indagare “i più segreti propositi” riposti nella gestione del potere, anche informativo. McLuhan veste i panni dell’umanista cattolico in grado di ripercorrere la storia dei media e ricostruire quella “grammatica del potere” che si combina con la “grammatica del gesto” incentivata dal medium tipografico prima e dalla tecnologia elettronica poi. La tesi di fondo è che Machiavelli e Shakespeare avessero già intuito, grazie alla diffusione del libro a stampa, le nuove forme di frammentazione, ripetibilità e uniformità stimolate dalla riproduzione tipografica della conoscenza e dell’informazione. Fattori destinati a fondare le moderne forme di individualismo e nazionalismo e a facilitare la globalizzazione comunicativa del nostro tempo, profetizzata da McLuhan anche grazie alla sua formazione umanistica e letteraria.
Lombardinilo, A. (2022). McLuhan e i “nuovi modelli di potere”: note sul decentramento mediale. In Potere, cultura e intersoggettività (pp. 143-176). Campospinoso (PV) : Edizioni Altravista.
McLuhan e i “nuovi modelli di potere”: note sul decentramento mediale
Andrea Lombardinilo
2022-01-01
Abstract
Il saggio vuol analizzare il rapporto tra comunicazione e potere così come studiato da Marshall McLuhan in riferimento al decentramento funzionale stimolato dal libro a stampa prima e dai media elettrici poi. In primo piano, per McLuhan, vi è la portata metaforizzante del medium letterario, con particolare riferimento al Re Lear di Shakespeare e al Principe di Machiavelli, richiamati sia nella Galassia Gutenberg (1962) che negli Strumenti del comunicare (1964), con l’obiettivo di indagare “i più segreti propositi” riposti nella gestione del potere, anche informativo. McLuhan veste i panni dell’umanista cattolico in grado di ripercorrere la storia dei media e ricostruire quella “grammatica del potere” che si combina con la “grammatica del gesto” incentivata dal medium tipografico prima e dalla tecnologia elettronica poi. La tesi di fondo è che Machiavelli e Shakespeare avessero già intuito, grazie alla diffusione del libro a stampa, le nuove forme di frammentazione, ripetibilità e uniformità stimolate dalla riproduzione tipografica della conoscenza e dell’informazione. Fattori destinati a fondare le moderne forme di individualismo e nazionalismo e a facilitare la globalizzazione comunicativa del nostro tempo, profetizzata da McLuhan anche grazie alla sua formazione umanistica e letteraria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.