Il recente monito del Papa, “siamo più social e meno sociali”, evoca i rischi del monopolio comunicativo della rete, che pone in primo piano vantaggi e le criticità della socializzazione in absentia. Il richiamo del Papa ha stretta relazione con il mutamento dei valori che (anche) la medialità digitale ha generato, con quel che ne consegue sul piano della narrazione e della rappresentazione del cambiamento culturale. Al declino della socializzazione sembra corrispondere un significativo processo di individualizzazione delle esperienze e dei valori condivisi, inclusi quelli religiosi, come Ulrich Beck evidenziava ne Il Dio personale (2008). Secolarizzazione, cosmopoliticizzazione e globalizzazione sono tre aspetti centrali per comprendere la trasformazione dell’esperienza religiosa al tempo del digitale: il Dio personale come risposta alla propria vita personale e al proprio orizzonte di esperienza, nel segno di un decadimento espressivo e morale che non di rado sfocia in odio e violenza. Di qui il rapporto tra rischio e comunicazione che caratterizza la modernizzazione riflessiva indicata da Beck per spiegare “la religiosità fluida” o, meglio, “il bricolage del Dio personale” della postmodernità. “Siamo più social e meno sociali” suona come un invito a riflettere non solo sulle aporie valoriali della società del rischio, ma anche sul “politeismo soggettivo” del nostro tempo, nella misura in cui “dove prima c’era il fato, oggi c’è il feedback”.
Lombardinilo, A. (2020). Società del rischio e paesaggi comunicativi: il Dio personale. In La prevenzione: via per un nuovo sviluppo (vol. 2, parte 3) (pp. 47-66). Teramo : Collana Forum del Gran Sasso.
Società del rischio e paesaggi comunicativi: il Dio personale
lombardinilo
2020-01-01
Abstract
Il recente monito del Papa, “siamo più social e meno sociali”, evoca i rischi del monopolio comunicativo della rete, che pone in primo piano vantaggi e le criticità della socializzazione in absentia. Il richiamo del Papa ha stretta relazione con il mutamento dei valori che (anche) la medialità digitale ha generato, con quel che ne consegue sul piano della narrazione e della rappresentazione del cambiamento culturale. Al declino della socializzazione sembra corrispondere un significativo processo di individualizzazione delle esperienze e dei valori condivisi, inclusi quelli religiosi, come Ulrich Beck evidenziava ne Il Dio personale (2008). Secolarizzazione, cosmopoliticizzazione e globalizzazione sono tre aspetti centrali per comprendere la trasformazione dell’esperienza religiosa al tempo del digitale: il Dio personale come risposta alla propria vita personale e al proprio orizzonte di esperienza, nel segno di un decadimento espressivo e morale che non di rado sfocia in odio e violenza. Di qui il rapporto tra rischio e comunicazione che caratterizza la modernizzazione riflessiva indicata da Beck per spiegare “la religiosità fluida” o, meglio, “il bricolage del Dio personale” della postmodernità. “Siamo più social e meno sociali” suona come un invito a riflettere non solo sulle aporie valoriali della società del rischio, ma anche sul “politeismo soggettivo” del nostro tempo, nella misura in cui “dove prima c’era il fato, oggi c’è il feedback”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.