“‘To get beyond’, il ritmo oltre il suono: strategie di senso nei Four Quartets di T.S. Eliot” Oggetto del presente contributo sono i Four Quartets (1943) di T.S. Eliot, un testo di contenuto religioso il cui senso ultimo, pur comportando il valore delle fonie, va colto oltre, ossia in una struttura indicata come musicale dallo stesso Eliot. L’immediato ammiccamento del titolo alla musica è da leggersi sullo sfondo di una specifica accezione di “ritmo”, inteso in senso non (solo) concretamente fono-prosodico ma in termini di espediente compositivo altamente relazionale, accezione comune a certa estetica modernista nonché implicata dalla particolare riflessione eliotiana che mette in luce concetti cardine fra cui: “auditory imagination”, “music of poetry” e “point of intersection”. È proprio sulla relazione fra questa nozione formale di “intersezione”, come espediente sia di musicalizzazione sia di ritmo teorizzata dall’Eliot critico, e il concetto tematico portante di Incarnazione, su cui s’impernia l’intero poema, che si sviluppa il meccanismo di produzione del senso dei Four Quartets. La forma peculiare del poema ne incarna il contenuto religioso, facendo coincidere la parola religiosa con quella poetica grazie all’espediente compositivo dell’intersezione che è, al contempo, analogo all’Incarnazione e alla musica, tutte vittoriose sul tempo attraverso il tempo: parole e musica usano il tempo per proiettarsi beyond, oltre il tempo (la fine/morte), così come la parola divina necessita del tempo umano per incarnarsi in esso e risolverlo (nuovamente e ciclicamente) nell’eterno.
Stevanato, S. (2024). "To get beyond", il ritmo oltre il suono: strategie di senso nei "Four Quartets" di T.S. Eliot. In Zoppelli L. (a cura di), La musica della poesia. Il suono e il senso nella lirica europea (1700-2000) (pp. 135-158). Pisa : Pacini.
"To get beyond", il ritmo oltre il suono: strategie di senso nei "Four Quartets" di T.S. Eliot
Savina Stevanato
2024-01-01
Abstract
“‘To get beyond’, il ritmo oltre il suono: strategie di senso nei Four Quartets di T.S. Eliot” Oggetto del presente contributo sono i Four Quartets (1943) di T.S. Eliot, un testo di contenuto religioso il cui senso ultimo, pur comportando il valore delle fonie, va colto oltre, ossia in una struttura indicata come musicale dallo stesso Eliot. L’immediato ammiccamento del titolo alla musica è da leggersi sullo sfondo di una specifica accezione di “ritmo”, inteso in senso non (solo) concretamente fono-prosodico ma in termini di espediente compositivo altamente relazionale, accezione comune a certa estetica modernista nonché implicata dalla particolare riflessione eliotiana che mette in luce concetti cardine fra cui: “auditory imagination”, “music of poetry” e “point of intersection”. È proprio sulla relazione fra questa nozione formale di “intersezione”, come espediente sia di musicalizzazione sia di ritmo teorizzata dall’Eliot critico, e il concetto tematico portante di Incarnazione, su cui s’impernia l’intero poema, che si sviluppa il meccanismo di produzione del senso dei Four Quartets. La forma peculiare del poema ne incarna il contenuto religioso, facendo coincidere la parola religiosa con quella poetica grazie all’espediente compositivo dell’intersezione che è, al contempo, analogo all’Incarnazione e alla musica, tutte vittoriose sul tempo attraverso il tempo: parole e musica usano il tempo per proiettarsi beyond, oltre il tempo (la fine/morte), così come la parola divina necessita del tempo umano per incarnarsi in esso e risolverlo (nuovamente e ciclicamente) nell’eterno.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.