Giorgio Strehler è stato un maestro indiscusso del teatro italiano e non solo, ma il giusto riconoscimento del suo valore continua a portare con sé, nella memoria condivisa, alcuni vizi narrativi, che arrivano a condizionare anche il terreno della storiografia. A farne le spese – come Claudio Meldolesi aveva evidenziato nei Fondamenti del teatro italiano. La generazione dei registi (Firenze, Sansoni, 1984; poi Roma, Bulzoni, 2008) – sono non solo i molti protagonisti della storia teatrale italiana contemporanea a quella del Piccolo Teatro di Milano, ma anche il percorso dello stesso Strehler, di cui si trascurano aspetti incoerenti con quella che è considerata la fase della sua maturità artistica. Riprendendo la sua spinta conoscitiva, riflettiamo qui sull’importanza di osservare l’instaurarsi nell’Italia degli anni Cinquanta di un sistema produttivo arroccato su un’idea univoca di teatro attraverso le vicende e il peso dei diversi percorsi personali di un’intera generazione di teatranti. Oltre a quattro saggi si troveranno altrettante schede, chiuse da una breve bibliografia, su vita e attività di alcuni registi italiani, dedicate in particolare agli anni 1940-1960 – quelli in cui prende forma e si sedimenta nel nostro Paese una precisa idea di regia, dopo una fase di pluralità di ricerche, percorsi e carriere. Riguardano nell’ordine Orazio Costa (di Andrea Scappa), Vito Pandolfi (di Raffaella Di Tizio), Gianfranco de Bosio (di Fabrizio Pompei) e Ruggero Jacobbi (di Alessandra Vannucci).
DI TIZIO, R. (a cura di). (2024). Strehler e gli altri. Intorno alla “generazione dei registi”. Dossier. Roma : Bulzoni.
Strehler e gli altri. Intorno alla “generazione dei registi”. Dossier
Raffaella Di Tizio
2024-01-01
Abstract
Giorgio Strehler è stato un maestro indiscusso del teatro italiano e non solo, ma il giusto riconoscimento del suo valore continua a portare con sé, nella memoria condivisa, alcuni vizi narrativi, che arrivano a condizionare anche il terreno della storiografia. A farne le spese – come Claudio Meldolesi aveva evidenziato nei Fondamenti del teatro italiano. La generazione dei registi (Firenze, Sansoni, 1984; poi Roma, Bulzoni, 2008) – sono non solo i molti protagonisti della storia teatrale italiana contemporanea a quella del Piccolo Teatro di Milano, ma anche il percorso dello stesso Strehler, di cui si trascurano aspetti incoerenti con quella che è considerata la fase della sua maturità artistica. Riprendendo la sua spinta conoscitiva, riflettiamo qui sull’importanza di osservare l’instaurarsi nell’Italia degli anni Cinquanta di un sistema produttivo arroccato su un’idea univoca di teatro attraverso le vicende e il peso dei diversi percorsi personali di un’intera generazione di teatranti. Oltre a quattro saggi si troveranno altrettante schede, chiuse da una breve bibliografia, su vita e attività di alcuni registi italiani, dedicate in particolare agli anni 1940-1960 – quelli in cui prende forma e si sedimenta nel nostro Paese una precisa idea di regia, dopo una fase di pluralità di ricerche, percorsi e carriere. Riguardano nell’ordine Orazio Costa (di Andrea Scappa), Vito Pandolfi (di Raffaella Di Tizio), Gianfranco de Bosio (di Fabrizio Pompei) e Ruggero Jacobbi (di Alessandra Vannucci).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.