Le dimore di artisti o scrittori, più in genere dei grandi intellettuali, sono spesso lo scrigno di emozioni vissute e cristallizzate nello spazio, sedimentatesi per mezzo degli oggetti, degli ambienti, dei colori, delle perimetrazioni in cui la creazione prende forma e si consegna ai posteri. Una riflessione tanto più valida per la casa natale dei grandi artisti, spesso musei nazionali in ideale prossimità con le residenze acquisite nel corso di una vita, adibite sovente a laboratorio, studio, atelier. Sono luoghi in cui la poetica dello spazio descritta da Gaston Bachelard (anche in riferimento a d’Annunzio) acquista una valenza gnoseologica preminente, sulla scorta di una metafora molto nota: “Il nido, come ogni immagine di riposo, di tranquillità, si associa immediatamente all’immagine della casa semplice. Dall’immagine del nido all’immagine della casa o viceversa, i passaggi non possono che avvenire sotto il segno della semplicità” (Bachelard, 127). La semplicità è un tratto distintivo della condotta di vita e della stessa dimensione abitativa di Francesco Paolo Michetti, che dopo aver lasciato la casa natale di Tocco da Casauria, chiusa ancora oggi per restauri, individuò nel Convento di Santa Maria Maggiore di Francavilla al Mare il proprio buen retiro, adatto per installare le attività del leggendario Cenacolo.
Lombardinilo, A. (2024). Prima del non-luogo: la poetica dello spazio di Francesco Paolo Michetti. In Laura Melosi (a cura di), Abitare il genio. Per un Atlante delle Case d'Autore (pp. 39-48). Firenze : Leo S. Olschki Editore.
Prima del non-luogo: la poetica dello spazio di Francesco Paolo Michetti
Andrea Lombardinilo
2024-01-01
Abstract
Le dimore di artisti o scrittori, più in genere dei grandi intellettuali, sono spesso lo scrigno di emozioni vissute e cristallizzate nello spazio, sedimentatesi per mezzo degli oggetti, degli ambienti, dei colori, delle perimetrazioni in cui la creazione prende forma e si consegna ai posteri. Una riflessione tanto più valida per la casa natale dei grandi artisti, spesso musei nazionali in ideale prossimità con le residenze acquisite nel corso di una vita, adibite sovente a laboratorio, studio, atelier. Sono luoghi in cui la poetica dello spazio descritta da Gaston Bachelard (anche in riferimento a d’Annunzio) acquista una valenza gnoseologica preminente, sulla scorta di una metafora molto nota: “Il nido, come ogni immagine di riposo, di tranquillità, si associa immediatamente all’immagine della casa semplice. Dall’immagine del nido all’immagine della casa o viceversa, i passaggi non possono che avvenire sotto il segno della semplicità” (Bachelard, 127). La semplicità è un tratto distintivo della condotta di vita e della stessa dimensione abitativa di Francesco Paolo Michetti, che dopo aver lasciato la casa natale di Tocco da Casauria, chiusa ancora oggi per restauri, individuò nel Convento di Santa Maria Maggiore di Francavilla al Mare il proprio buen retiro, adatto per installare le attività del leggendario Cenacolo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.