La fontana del Mosè, realizzata in piazza di Santa Susanna, oggi piazza San Bernardo, lungo la strada Pia - attuale via Venti Settembre - rettilinea arteria che ancora oggi conduce dalla michelangiolesca porta Pia al palazzo del Quirinale, rappresenta il fronte monumentale del castellum acquae del nuovo acquedotto dell’Acqua Felice, impresa promossa da papa Sisto V tra il 1585 e il 1589: uno dei più cospicui contributi all’ampliamento dell’Urbe durante il quinquennio del suo papato. Alla luce della recente storiografia sempre più attenta all’identificazione del processo costruttivo che dall’ideazione porta alla realizzazione dell’opera, si è posto al centro dell’indagine il cantiere di committenza papale dove architettura e decorazione sono indissolubilmente connesse. Si sono voluti offrire spunti alla riflessione sul tema della responsabilità individuale nonché della compartecipazione nelle attività svolte da Giovanni e Domenico Fontana e dagli scultori, scalpellini e stuccatori. Quanto premesso si prefigge lo scopo di concorrere alla piena identificazione e valorizzazione dei rispettivi ruoli progettuali ed esecutivi ricoperti dai due architetti ticinesi e dai vari artefici, al fine di attenuare una perdurante lacuna storiografica. Si è reso possibile tale approfondimento attraverso il ritrovamento, presso l’Archivio di Stato di Roma, della misura e stima dei lavori relativi alla fontana, fonte documentaria finora trascurata. L’incrocio di notizie ricavate dal libro dei conti, dai mandati di pagamento e dal libro mastro, ha permesso di ricostruire fasi esecutive, di identificare artisti e maestranze, ma anche di fare chiarezza sulle modalità operative, sulle soluzioni tecniche e sulla provenienza dei materiali e dei manufatti di spoglio utilizzati. In particolare le inedite acquisizioni documentarie riguardanti il decisivo ruolo assunto da Giovanni Fontana, il cui portato resta a tutt’oggi subordinato alla figura del più celebre fratello Domenico, ricompongono le sue modalità di gestione e organizzazione del cantiere della fontana del Mosè e concorrono anche a operare una più precisa ricostruzione, tuttora inesplicata, dell’attività di Giovanni, il quale ha contribuito ad un significativo progresso tecnico e scientifico, a un ammodernamento delle pratiche di cantiere, alla maturazione di una disciplina architettonica che troverà esplicito riscontro nel fare di figure come Maderno e Borromini.

Verde, P.C. (2024). Giovanni e Domenico Fontana per la mostra dell'Acqua Felice: contributi individuali e collaborazione. In L.T. Silvia Ginzburg (a cura di), I cantieri in Europa nel Cinquecento: architettura e decorazione. I. Roma (pp. 208-223). Roma : Officina Libraria [10.48287/1005].

Giovanni e Domenico Fontana per la mostra dell'Acqua Felice: contributi individuali e collaborazione

paola carla verde
2024-01-01

Abstract

La fontana del Mosè, realizzata in piazza di Santa Susanna, oggi piazza San Bernardo, lungo la strada Pia - attuale via Venti Settembre - rettilinea arteria che ancora oggi conduce dalla michelangiolesca porta Pia al palazzo del Quirinale, rappresenta il fronte monumentale del castellum acquae del nuovo acquedotto dell’Acqua Felice, impresa promossa da papa Sisto V tra il 1585 e il 1589: uno dei più cospicui contributi all’ampliamento dell’Urbe durante il quinquennio del suo papato. Alla luce della recente storiografia sempre più attenta all’identificazione del processo costruttivo che dall’ideazione porta alla realizzazione dell’opera, si è posto al centro dell’indagine il cantiere di committenza papale dove architettura e decorazione sono indissolubilmente connesse. Si sono voluti offrire spunti alla riflessione sul tema della responsabilità individuale nonché della compartecipazione nelle attività svolte da Giovanni e Domenico Fontana e dagli scultori, scalpellini e stuccatori. Quanto premesso si prefigge lo scopo di concorrere alla piena identificazione e valorizzazione dei rispettivi ruoli progettuali ed esecutivi ricoperti dai due architetti ticinesi e dai vari artefici, al fine di attenuare una perdurante lacuna storiografica. Si è reso possibile tale approfondimento attraverso il ritrovamento, presso l’Archivio di Stato di Roma, della misura e stima dei lavori relativi alla fontana, fonte documentaria finora trascurata. L’incrocio di notizie ricavate dal libro dei conti, dai mandati di pagamento e dal libro mastro, ha permesso di ricostruire fasi esecutive, di identificare artisti e maestranze, ma anche di fare chiarezza sulle modalità operative, sulle soluzioni tecniche e sulla provenienza dei materiali e dei manufatti di spoglio utilizzati. In particolare le inedite acquisizioni documentarie riguardanti il decisivo ruolo assunto da Giovanni Fontana, il cui portato resta a tutt’oggi subordinato alla figura del più celebre fratello Domenico, ricompongono le sue modalità di gestione e organizzazione del cantiere della fontana del Mosè e concorrono anche a operare una più precisa ricostruzione, tuttora inesplicata, dell’attività di Giovanni, il quale ha contribuito ad un significativo progresso tecnico e scientifico, a un ammodernamento delle pratiche di cantiere, alla maturazione di una disciplina architettonica che troverà esplicito riscontro nel fare di figure come Maderno e Borromini.
2024
9788833671697
Verde, P.C. (2024). Giovanni e Domenico Fontana per la mostra dell'Acqua Felice: contributi individuali e collaborazione. In L.T. Silvia Ginzburg (a cura di), I cantieri in Europa nel Cinquecento: architettura e decorazione. I. Roma (pp. 208-223). Roma : Officina Libraria [10.48287/1005].
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/496297
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact