Gli esiti della ricerca recente su Domenico Fontana (Melide 1543 – Napoli 1607) hanno tratteggiato le linee essenziali secondo le quali bisogna rileggere l’opera dell’architetto ticinese, individuando non solo il processo progettuale ed esecutivo delle sue opere, ma indagando anche le dinamiche di cantiere, la realtà composita e gli apporti di altri architetti, artisti e maestranze specializzate che presero parte ai suoi cantieri sotto la sua regia. Pur delineandosi l’unicità del “caso Fontana”, nel contesto della pratica edilizia tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, evidenziando un peculiare accentramento di responsabilità progettuali, esecutive e finanziarie, il ‘cavaliere della Guglia’ non appare più quale unico e incontrastato protagonista delle sue numerose e contestuali opere architettoniche e infrastrutturali, ma risulta affiancato da una pluralità di addetti ai lavori che ne decretarono l’incontrastato successo. Soltanto attraverso la lettura comparata degli esiti della sua attività prima a Roma e poi a Napoli si può «ridisegnare il modus operandi e la gestione finanziaria dell’architetto nei due diversi contesti». Questi aspetti aiutano senz’altro a definire meglio anche le peculiarità formali del linguaggio architettonico di Domenico Fontana che, pur non sostanziandosi di originali invenzioni, facendo ricorso a elementi architettonici convenzionali reiterati, riusciva a fornire direttive chiare agli operatori, determinando in definitiva dei tipi riprodotti in serie che indubbiamente ne facilitavano l’esecuzione e rendevano le sue architetture riconoscibili anche a distanza secondo una lungimirante «visione policentrica del suo costruito».

Verde, P.C. (2024). Domenico Fontana e il palazzo Reale di Napoli (1600-1607): processo progettuale e dinamiche di cantiere. In Mario Epifani (a cura di), Quattro secoli di storia. il Museo della fabbrica di Palazzo Reale (pp. 20-31). Roma - Napoli : Editori Paparo.

Domenico Fontana e il palazzo Reale di Napoli (1600-1607): processo progettuale e dinamiche di cantiere

paola carla verde
2024-01-01

Abstract

Gli esiti della ricerca recente su Domenico Fontana (Melide 1543 – Napoli 1607) hanno tratteggiato le linee essenziali secondo le quali bisogna rileggere l’opera dell’architetto ticinese, individuando non solo il processo progettuale ed esecutivo delle sue opere, ma indagando anche le dinamiche di cantiere, la realtà composita e gli apporti di altri architetti, artisti e maestranze specializzate che presero parte ai suoi cantieri sotto la sua regia. Pur delineandosi l’unicità del “caso Fontana”, nel contesto della pratica edilizia tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, evidenziando un peculiare accentramento di responsabilità progettuali, esecutive e finanziarie, il ‘cavaliere della Guglia’ non appare più quale unico e incontrastato protagonista delle sue numerose e contestuali opere architettoniche e infrastrutturali, ma risulta affiancato da una pluralità di addetti ai lavori che ne decretarono l’incontrastato successo. Soltanto attraverso la lettura comparata degli esiti della sua attività prima a Roma e poi a Napoli si può «ridisegnare il modus operandi e la gestione finanziaria dell’architetto nei due diversi contesti». Questi aspetti aiutano senz’altro a definire meglio anche le peculiarità formali del linguaggio architettonico di Domenico Fontana che, pur non sostanziandosi di originali invenzioni, facendo ricorso a elementi architettonici convenzionali reiterati, riusciva a fornire direttive chiare agli operatori, determinando in definitiva dei tipi riprodotti in serie che indubbiamente ne facilitavano l’esecuzione e rendevano le sue architetture riconoscibili anche a distanza secondo una lungimirante «visione policentrica del suo costruito».
2024
9791281389137
Verde, P.C. (2024). Domenico Fontana e il palazzo Reale di Napoli (1600-1607): processo progettuale e dinamiche di cantiere. In Mario Epifani (a cura di), Quattro secoli di storia. il Museo della fabbrica di Palazzo Reale (pp. 20-31). Roma - Napoli : Editori Paparo.
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