Il progetto riqualifica una stalla con ricovero posto a circa 1700 m s.l.m a Vétan Dessous nel comune di Saint Pierre, Valle d’Aosta. Sviluppato su tre livelli e composto da due copri di fabbrica in pietra, uno più grande con sviluppo est-ovest innestato su un secondo di ridotte dimensioni, l’edificio dispone di un ampio prato a sud che si affaccia sulla Valle Centrale della Dora Baltea. Tutto l’intervento si imposta su un intenso rapporto dialettico con il tipo architettonico originale, i cui spazi, secondo la tradizione, erano organizzati per accogliere nei mesi primaverili e autunnali il bestiame, un piccolo alloggio per la sua conduzione, un granaio e il fienile, e le successive opere di modernizzazione che dagli anni ’80 lo convertono in pluri abitazione. Dallo studio filologico era emerso come il gusto folkloristico-vernacolare e la grande frammentazione interna del fabbricato sul quale ci si trovava ad operare derivasse dalle opere recenti caratterizzate da una tendenza imitatrice della tradizione che aveva tuttavia attecchito l’originale forza plastica e materica del manufatto. Il progetto ha liberato l’edificio dalle superfetazioni più invasive, e lavorato per rendere leggibile la stratigrafia degli interventi, compresa quella operata dal progetto stesso. Autonomia, giustapposizione e separazione degli elementi sono perseguiti alle diverse scale, nella relazione tra opere murarie portanti, di tamponamento, copertura, fino alle ripartizioni interne, agli impianti idrosanitari e all’arredamento su misura di bagni e cucine. Sul fronte sud, una nuova parete lignea, posta in arretramento rispetto al muro perimetrale lapideo portante, ripercorrere il vuoto delle aperture del fienile preesistente, e organizza vetrate e portefinestre riducendo al minimo elementi quali stipiti, cornici, montanti e ferramenta dei serramenti. Attraverso l’inserimento di superfici vetrate, la parete consente di realizzare un più denso contatto con il paesaggio circostante. Sempre a sud, la loggia lignea preesistente è reinterpretata per definire un rapporto più sobrio e contenuto con il paramento murario di fondo. La nuova copertura è realizzata in sovrapposizione alla carpenteria della copertura preesistente al fine di ottenere una più marcata discontinuità con i paramenti murari in pietra. Il progetto realizza una residenza temporanea con tre unità abitative comunicanti che possono divenire alloggio collettivo e accogliere iniziative di carattere artigianale, culturale, e ludico. L’ex-stalla centrale al piano seminterrato è lo spazio comune per le attività ed ha il carattere del laboratorio, mentre al piano terra, il grande soggiorno è lo spazio della socialità che può accogliere momenti conviviali legati alla cucina, alla conversazione, al relax, grazie anche ad un grande focolare tipo Larin che oltre a riscaldare l’ambiente si offre quale luogo intimo di socialità. L’utilizzo diffuso di legno di larice, pietra di Luserna e marmi di origine locale è orientato a intensificare il rapporto con il contesto, operando un continuo rimando al paesaggio circostante e alle sue emergenze. Una serie di dispositivi autonomi di riscaldamento quali stufe e camini, diffusamente distribuiti nei vari ambienti dell’edificio, consentono di generare condizioni microclimatiche specifiche e di esperire la sobrietà che è proprio del carattere ‘rustico’ della vita in montagna.
Ranzato, M., Genna, R. (2020). Riqualificazione di una stalla con ricovero à Vétan.
Riqualificazione di una stalla con ricovero à Vétan
Ranzato, Marco;
2020-01-01
Abstract
Il progetto riqualifica una stalla con ricovero posto a circa 1700 m s.l.m a Vétan Dessous nel comune di Saint Pierre, Valle d’Aosta. Sviluppato su tre livelli e composto da due copri di fabbrica in pietra, uno più grande con sviluppo est-ovest innestato su un secondo di ridotte dimensioni, l’edificio dispone di un ampio prato a sud che si affaccia sulla Valle Centrale della Dora Baltea. Tutto l’intervento si imposta su un intenso rapporto dialettico con il tipo architettonico originale, i cui spazi, secondo la tradizione, erano organizzati per accogliere nei mesi primaverili e autunnali il bestiame, un piccolo alloggio per la sua conduzione, un granaio e il fienile, e le successive opere di modernizzazione che dagli anni ’80 lo convertono in pluri abitazione. Dallo studio filologico era emerso come il gusto folkloristico-vernacolare e la grande frammentazione interna del fabbricato sul quale ci si trovava ad operare derivasse dalle opere recenti caratterizzate da una tendenza imitatrice della tradizione che aveva tuttavia attecchito l’originale forza plastica e materica del manufatto. Il progetto ha liberato l’edificio dalle superfetazioni più invasive, e lavorato per rendere leggibile la stratigrafia degli interventi, compresa quella operata dal progetto stesso. Autonomia, giustapposizione e separazione degli elementi sono perseguiti alle diverse scale, nella relazione tra opere murarie portanti, di tamponamento, copertura, fino alle ripartizioni interne, agli impianti idrosanitari e all’arredamento su misura di bagni e cucine. Sul fronte sud, una nuova parete lignea, posta in arretramento rispetto al muro perimetrale lapideo portante, ripercorrere il vuoto delle aperture del fienile preesistente, e organizza vetrate e portefinestre riducendo al minimo elementi quali stipiti, cornici, montanti e ferramenta dei serramenti. Attraverso l’inserimento di superfici vetrate, la parete consente di realizzare un più denso contatto con il paesaggio circostante. Sempre a sud, la loggia lignea preesistente è reinterpretata per definire un rapporto più sobrio e contenuto con il paramento murario di fondo. La nuova copertura è realizzata in sovrapposizione alla carpenteria della copertura preesistente al fine di ottenere una più marcata discontinuità con i paramenti murari in pietra. Il progetto realizza una residenza temporanea con tre unità abitative comunicanti che possono divenire alloggio collettivo e accogliere iniziative di carattere artigianale, culturale, e ludico. L’ex-stalla centrale al piano seminterrato è lo spazio comune per le attività ed ha il carattere del laboratorio, mentre al piano terra, il grande soggiorno è lo spazio della socialità che può accogliere momenti conviviali legati alla cucina, alla conversazione, al relax, grazie anche ad un grande focolare tipo Larin che oltre a riscaldare l’ambiente si offre quale luogo intimo di socialità. L’utilizzo diffuso di legno di larice, pietra di Luserna e marmi di origine locale è orientato a intensificare il rapporto con il contesto, operando un continuo rimando al paesaggio circostante e alle sue emergenze. Una serie di dispositivi autonomi di riscaldamento quali stufe e camini, diffusamente distribuiti nei vari ambienti dell’edificio, consentono di generare condizioni microclimatiche specifiche e di esperire la sobrietà che è proprio del carattere ‘rustico’ della vita in montagna.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.