Abstract Raimund Abraham, architetto austriaco laureato presso la Facoltà di Graz, ha vissuto e insegnato negli Stati Uniti, influenzando profondamente il panorama architettonico con una visione radicale e poetica. I suoi progetti, come la serie Compact Cities (1962-1967), sviluppata con Walter Pichler, esplorano l'organizzazione di strutture urbane per un mondo post-industriale attraverso forme primarie e una matrice piranesiana dello spazio. Abraham fonde pragmatismo tecnico e visionarietà, creando architetture sospese tra logico e onirico. La sua opera teorica, inclusa nel libro Elementare Architektur (1963), celebra l'autenticità dell'architettura rurale come matrice originaria, esente da speculazioni estetiche. Questa prospettiva influenza progetti come House without rooms, dove Abraham affronta il tema dell'abitare attraverso paradossi che sfidano il significato tradizionale dello spazio domestico. Le sue architetture combinano scavo e costruzione, integrando elementi naturali e artificiali per creare luoghi di riflessione escatologica. Abraham coniuga la dimensione tecnica e funzionale con evocazioni metafisiche e utopiche, rappresentando spazi "futuri arcaici" dove tempo e luogo si dissolvono. Attraverso disegni che richiamano l'opera di Muybridge, l'architettura diventa una "macchina celibe", sospesa tra modernità e atemporalità, e un'ode al sacro e al pensiero poetico. House without rooms emerge come manifesto di contraddizioni, esponendo il corpo umano alla vulnerabilità e celebrando la fusione tra luce, materia e forma, per ridefinire il senso stesso dell'abitare.
Menegatti, F. (2024). Raimund Abraham. Corpo, rito, ortodossia, contraddizione.. In Dina Nencini (a cura di), Un architetto, un'opera. (pp. 179-188). Padova : Il Poligrafo.
Raimund Abraham. Corpo, rito, ortodossia, contraddizione.
F. Menegatti
2024-01-01
Abstract
Abstract Raimund Abraham, architetto austriaco laureato presso la Facoltà di Graz, ha vissuto e insegnato negli Stati Uniti, influenzando profondamente il panorama architettonico con una visione radicale e poetica. I suoi progetti, come la serie Compact Cities (1962-1967), sviluppata con Walter Pichler, esplorano l'organizzazione di strutture urbane per un mondo post-industriale attraverso forme primarie e una matrice piranesiana dello spazio. Abraham fonde pragmatismo tecnico e visionarietà, creando architetture sospese tra logico e onirico. La sua opera teorica, inclusa nel libro Elementare Architektur (1963), celebra l'autenticità dell'architettura rurale come matrice originaria, esente da speculazioni estetiche. Questa prospettiva influenza progetti come House without rooms, dove Abraham affronta il tema dell'abitare attraverso paradossi che sfidano il significato tradizionale dello spazio domestico. Le sue architetture combinano scavo e costruzione, integrando elementi naturali e artificiali per creare luoghi di riflessione escatologica. Abraham coniuga la dimensione tecnica e funzionale con evocazioni metafisiche e utopiche, rappresentando spazi "futuri arcaici" dove tempo e luogo si dissolvono. Attraverso disegni che richiamano l'opera di Muybridge, l'architettura diventa una "macchina celibe", sospesa tra modernità e atemporalità, e un'ode al sacro e al pensiero poetico. House without rooms emerge come manifesto di contraddizioni, esponendo il corpo umano alla vulnerabilità e celebrando la fusione tra luce, materia e forma, per ridefinire il senso stesso dell'abitare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.