“Che cosa facciamo realmente quando descriviamo la superficie terrestre?” Si chiedeva Giuseppe Dematteis interrogando il fascino della geografia come disciplina anche ambigua e fantasiosa. Di cosa è immagine allora il paesaggio?, dovremmo domandarci oggi di fronte alla persistenza di tale nozione all’interno di reti discorsive che coinvolgono la cultura visuale. Se le forme dello sguardo sono tecnicamente condizionate e ogni epoca storica porta con sé nuovi elementi che interagiscono, rompono o consolidano i precedenti, in che misura il cinema continua a dare consistenza a luoghi dell'immaginario? Se la nozione di paesaggio è il risultato di una cultura che ridefinisce perpetuamente la sua relazione con l’ambiente, quale ruolo assume oggi il paesaggio nella sua produzione e riproduzione discorsiva e iconica? Questo volume intende affrontare la densità prospettica della nozione di paesaggio in relazione alle immagini in movimento, tenendo insieme le forme molteplici con cui il panorama audiovisivo e mediale contemporaneo ha reso testimonianza, configurato, trasformato o immaginato i paesaggi della penisola negli ultimi due decenni. Provando a sollecitare nuovamente la nozione polisemica e porosa di paesaggio e, contestualmente, osservando i processi materiali e simbolici che continuano a rendere euristico tale oggetto teorico per la prassi filmica, Orizzonti del paesaggio. Sguardi e discorsi sulla cultura visuale italiana contemporanea vuole anche sollecitare la dimensione politica propria del paesaggio come medium che ci insegna a osservare, direttamente o indirettamente, il tempo attraverso lo spazio.
Cinquegrani, M. (a cura di). (2024). Orizzonti del paesaggio. Sguardi e discorsi sulla cultura visuale italiana contemporanea.
Orizzonti del paesaggio. Sguardi e discorsi sulla cultura visuale italiana contemporanea
mattia cinquegrani
2024-01-01
Abstract
“Che cosa facciamo realmente quando descriviamo la superficie terrestre?” Si chiedeva Giuseppe Dematteis interrogando il fascino della geografia come disciplina anche ambigua e fantasiosa. Di cosa è immagine allora il paesaggio?, dovremmo domandarci oggi di fronte alla persistenza di tale nozione all’interno di reti discorsive che coinvolgono la cultura visuale. Se le forme dello sguardo sono tecnicamente condizionate e ogni epoca storica porta con sé nuovi elementi che interagiscono, rompono o consolidano i precedenti, in che misura il cinema continua a dare consistenza a luoghi dell'immaginario? Se la nozione di paesaggio è il risultato di una cultura che ridefinisce perpetuamente la sua relazione con l’ambiente, quale ruolo assume oggi il paesaggio nella sua produzione e riproduzione discorsiva e iconica? Questo volume intende affrontare la densità prospettica della nozione di paesaggio in relazione alle immagini in movimento, tenendo insieme le forme molteplici con cui il panorama audiovisivo e mediale contemporaneo ha reso testimonianza, configurato, trasformato o immaginato i paesaggi della penisola negli ultimi due decenni. Provando a sollecitare nuovamente la nozione polisemica e porosa di paesaggio e, contestualmente, osservando i processi materiali e simbolici che continuano a rendere euristico tale oggetto teorico per la prassi filmica, Orizzonti del paesaggio. Sguardi e discorsi sulla cultura visuale italiana contemporanea vuole anche sollecitare la dimensione politica propria del paesaggio come medium che ci insegna a osservare, direttamente o indirettamente, il tempo attraverso lo spazio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.