Le riflessioni contenute nel saggio analizzano le politiche linguistiche a partire dalla ricerca di Pierre Bourdieu sulla lingua come strumento di azione e di potere simbolico. Nella prima parte esamino l’eredità di Pierre Bourdieu per la ricerca sulle politiche linguistiche. Mi soffermo in particolar modo sull’economia degli scambi linguistici in relazione all’emergere dello Stato-nazione e alle sue agenzie di socializzazione, fra cui la scuola. Provo a mettere in rilievo la portata euristica dei concetti bourdieusiani per una lettura sociologica dell’equazione ‘una nazione, una lingua’ così come si è configurata nel contesto italiano. Nella seconda parte introduco alcuni spunti di riflessione per un’analisi delle attuali politiche linguistiche a partire dai concetti di campo e mercato linguistico di Bourdieu. A partire dagli anni ’90, organismi internazionali, come il Consiglio d’Europa e l’Unesco, hanno svolto un ruolo centrale in materia di politiche linguistiche, spingendo gli Stati nazione a implementare raccomandazioni di policy dirette alla (re)integrazione, nella vita privata e pubblica, delle lingue minoritarie e, contemporaneamente, al rafforzamento dell’inglese come lingua franca dell’economia della conoscenza e del mercato del lavoro. Tuttavia, gli Stati nazionali seguitano a esercitare la loro influenza sui profili linguistici legittimi, così come il concetto di "identità nazionale" continua a inquadrare la percezione dei beni culturali , in primis la lingua. Non sono tanto (o non solo) certe reazioni protezionistiche – l’ultima delle quali si riferisce alla proposta di legge del governo italiano di punire l’uso della lingua inglese nelle comunicazioni ufficiali con multe fino a 10.000 euro – a indicare la permanenza di un ruolo significativo dello Stato nelle dinamiche del mercato linguistico. Al contrario, l’ipotesi è che il modello di governance linguistica proposto da tali agenzie sia possibile proprio grazie alla complicità degli Stati e delle loro élite politiche entro diseguali relazioni di forza tra paesi. In tal senso, la prospettiva di Pierre Bourdieu ci permette di andare oltre i limiti della dicotomia nazionale vs transnazionale, per mostrarne invece gli innesti nella elaborazione delle politiche linguistiche.

DE FEO, A. (2024). Per un’analisi sociologica delle politiche linguistiche. L’eredità di Pierre Bourdieu.. In A.B. Marco Pitzalis (a cura di), BOURDIEU IN ITALIA. Esperienze di una sociologia generativa (pp. 103-122). Pisa : Pisa University Press.

Per un’analisi sociologica delle politiche linguistiche. L’eredità di Pierre Bourdieu.

Antonietta De Feo
2024-01-01

Abstract

Le riflessioni contenute nel saggio analizzano le politiche linguistiche a partire dalla ricerca di Pierre Bourdieu sulla lingua come strumento di azione e di potere simbolico. Nella prima parte esamino l’eredità di Pierre Bourdieu per la ricerca sulle politiche linguistiche. Mi soffermo in particolar modo sull’economia degli scambi linguistici in relazione all’emergere dello Stato-nazione e alle sue agenzie di socializzazione, fra cui la scuola. Provo a mettere in rilievo la portata euristica dei concetti bourdieusiani per una lettura sociologica dell’equazione ‘una nazione, una lingua’ così come si è configurata nel contesto italiano. Nella seconda parte introduco alcuni spunti di riflessione per un’analisi delle attuali politiche linguistiche a partire dai concetti di campo e mercato linguistico di Bourdieu. A partire dagli anni ’90, organismi internazionali, come il Consiglio d’Europa e l’Unesco, hanno svolto un ruolo centrale in materia di politiche linguistiche, spingendo gli Stati nazione a implementare raccomandazioni di policy dirette alla (re)integrazione, nella vita privata e pubblica, delle lingue minoritarie e, contemporaneamente, al rafforzamento dell’inglese come lingua franca dell’economia della conoscenza e del mercato del lavoro. Tuttavia, gli Stati nazionali seguitano a esercitare la loro influenza sui profili linguistici legittimi, così come il concetto di "identità nazionale" continua a inquadrare la percezione dei beni culturali , in primis la lingua. Non sono tanto (o non solo) certe reazioni protezionistiche – l’ultima delle quali si riferisce alla proposta di legge del governo italiano di punire l’uso della lingua inglese nelle comunicazioni ufficiali con multe fino a 10.000 euro – a indicare la permanenza di un ruolo significativo dello Stato nelle dinamiche del mercato linguistico. Al contrario, l’ipotesi è che il modello di governance linguistica proposto da tali agenzie sia possibile proprio grazie alla complicità degli Stati e delle loro élite politiche entro diseguali relazioni di forza tra paesi. In tal senso, la prospettiva di Pierre Bourdieu ci permette di andare oltre i limiti della dicotomia nazionale vs transnazionale, per mostrarne invece gli innesti nella elaborazione delle politiche linguistiche.
2024
978-88-3339-974-4
DE FEO, A. (2024). Per un’analisi sociologica delle politiche linguistiche. L’eredità di Pierre Bourdieu.. In A.B. Marco Pitzalis (a cura di), BOURDIEU IN ITALIA. Esperienze di una sociologia generativa (pp. 103-122). Pisa : Pisa University Press.
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