The research is situated within the ecocritical studies of contemporary Portuguese-language literature, presenting a comparative analysis of the poetic works by Miguel Torga (Portugal), Manoel de Barros (Brazil), and Ruy Duarte de Carvalho (Angola). The primary objective is to demonstrate how poetic language contributes to world-formation, not only through human perspective but also by the agency of animals, plants, and stones, in direct opposition to Martin Heidegger's anthropocentric theses. The methodology underlying this study adopts an interdisciplinary approach, integrating philosophical reflections and material ecocritical perspectives. Drawing from Heidegger's theories on the concept of poetry as "the House of Being", the research transcends the anthropocentric framework, engaging with the critical contributions of Derrida, Agamben, Cimatti, Coccia, and other contemporary philosophers who interrogate the relationship between human, animal, vegetal, and mineral. The analysis, therefore, focuses on the three poets from marginal regions, exploring how their poetic works surpass mere landscape description. With reference to Boaventura de Sousa Santos's "Epistemologies of the South", a conception of periphery is proposed as an open and dynamic space capable of influencing the centre in a global context. The research results highlight how the analysed poets develop an ecological perspective grounded in a hybrid vision of existence, where the boundaries between human, animal, vegetal, and mineral dissolve. Their poetic language does not merely describe but restores an intimate essence of the world that extends beyond representation. The thesis thus contributes to the contemporary debate on ecocriticism, offering an innovative reading of Lusophone literatures and proposing a mode of being-in-the-world more attuned to "ecologies of knowledges".

La ricerca si colloca nell'ambito degli studi ecocritici della letteratura contemporanea di lingua portoghese, proponendo un'analisi comparativa delle opere poetiche di Miguel Torga (Portogallo), Manoel de Barros (Brasile) e Ruy Duarte de Carvalho (Angola). L'obiettivo principale è dimostrare come la parola poetica contribuisca alla formazione del mondo, non solo attraverso la prospettiva umana, ma anche mediante l'agentività di animali, piante e pietre, in diretta opposizione alle tesi antropocentriche di Martin Heidegger. La metodologia alla base di questo studio assume un approccio interdisciplinare, che integra riflessioni filosofiche e prospettive ecocritico-materiali. Partendo dalle teorie di Heidegger sul concetto di poesia come “dimora dell'Essere”, la ricerca supera l'impostazione antropocentrica, dialogando con i contributi critici di Derrida, Agamben, Cimatti, Coccia e altri filosofi contemporanei che interrogano il rapporto tra umano, animale, vegetale e minerale. L'analisi, pertanto, si concentra sui tre poeti, provenienti da regioni marginali, esplorando come le loro opere poetiche oltrepassino la mera descrizione paesaggistica. Con riferimento alle "Epistemologie del Sud" di Boaventura de Sousa Santos, si propone una concezione di periferia come spazio aperto e dinamico, capace di influenzare il centro in un contesto globale. I risultati della ricerca evidenziano come i poeti analizzati sviluppino una prospettiva ecologica fondata su una visione ibrida dell'esistenza, dove i confini tra umano, animale, vegetale e minerale si dissolvono. La loro parola poetica non si limita a descrivere, ma restituisce un'essenza intima del mondo che va oltre la rappresentazione. La tesi contribuisce così al dibattito contemporaneo sull'ecocritica, offrendo una lettura innovativa delle letterature lusofone e proponendo una modalità di essere-al-mondo più in sintonia con le “ecologie di saperi”.

Lacorte, E. (2025). I mondi lusofoni nell'opera lirica di Miguel Torga, Manoel de Barros e Ruy Duarte de Carvalho.

I mondi lusofoni nell'opera lirica di Miguel Torga, Manoel de Barros e Ruy Duarte de Carvalho

Eva Lacorte
2025-04-28

Abstract

The research is situated within the ecocritical studies of contemporary Portuguese-language literature, presenting a comparative analysis of the poetic works by Miguel Torga (Portugal), Manoel de Barros (Brazil), and Ruy Duarte de Carvalho (Angola). The primary objective is to demonstrate how poetic language contributes to world-formation, not only through human perspective but also by the agency of animals, plants, and stones, in direct opposition to Martin Heidegger's anthropocentric theses. The methodology underlying this study adopts an interdisciplinary approach, integrating philosophical reflections and material ecocritical perspectives. Drawing from Heidegger's theories on the concept of poetry as "the House of Being", the research transcends the anthropocentric framework, engaging with the critical contributions of Derrida, Agamben, Cimatti, Coccia, and other contemporary philosophers who interrogate the relationship between human, animal, vegetal, and mineral. The analysis, therefore, focuses on the three poets from marginal regions, exploring how their poetic works surpass mere landscape description. With reference to Boaventura de Sousa Santos's "Epistemologies of the South", a conception of periphery is proposed as an open and dynamic space capable of influencing the centre in a global context. The research results highlight how the analysed poets develop an ecological perspective grounded in a hybrid vision of existence, where the boundaries between human, animal, vegetal, and mineral dissolve. Their poetic language does not merely describe but restores an intimate essence of the world that extends beyond representation. The thesis thus contributes to the contemporary debate on ecocriticism, offering an innovative reading of Lusophone literatures and proposing a mode of being-in-the-world more attuned to "ecologies of knowledges".
28-apr-2025
37
LINGUE, LETTERATURE E CULTURE STRANIERE
La ricerca si colloca nell'ambito degli studi ecocritici della letteratura contemporanea di lingua portoghese, proponendo un'analisi comparativa delle opere poetiche di Miguel Torga (Portogallo), Manoel de Barros (Brasile) e Ruy Duarte de Carvalho (Angola). L'obiettivo principale è dimostrare come la parola poetica contribuisca alla formazione del mondo, non solo attraverso la prospettiva umana, ma anche mediante l'agentività di animali, piante e pietre, in diretta opposizione alle tesi antropocentriche di Martin Heidegger. La metodologia alla base di questo studio assume un approccio interdisciplinare, che integra riflessioni filosofiche e prospettive ecocritico-materiali. Partendo dalle teorie di Heidegger sul concetto di poesia come “dimora dell'Essere”, la ricerca supera l'impostazione antropocentrica, dialogando con i contributi critici di Derrida, Agamben, Cimatti, Coccia e altri filosofi contemporanei che interrogano il rapporto tra umano, animale, vegetale e minerale. L'analisi, pertanto, si concentra sui tre poeti, provenienti da regioni marginali, esplorando come le loro opere poetiche oltrepassino la mera descrizione paesaggistica. Con riferimento alle "Epistemologie del Sud" di Boaventura de Sousa Santos, si propone una concezione di periferia come spazio aperto e dinamico, capace di influenzare il centro in un contesto globale. I risultati della ricerca evidenziano come i poeti analizzati sviluppino una prospettiva ecologica fondata su una visione ibrida dell'esistenza, dove i confini tra umano, animale, vegetale e minerale si dissolvono. La loro parola poetica non si limita a descrivere, ma restituisce un'essenza intima del mondo che va oltre la rappresentazione. La tesi contribuisce così al dibattito contemporaneo sull'ecocritica, offrendo una lettura innovativa delle letterature lusofone e proponendo una modalità di essere-al-mondo più in sintonia con le “ecologie di saperi”.
ecocriticism; periphety; epistemologies of the South; Heidegger; poetry
ecocritica; periferia; epistemologie del Sud; Heidegger; poesia
DE MARCHIS, GIORGIO
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/507698
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