Il 7 aprile 1979 la Procura di Padova emanò una serie di mandati di cattura su scala di nazionale nei confronti di numerosi di militanti di base e di tutti i dirigenti dell’organizzazione rivoluzionaria Autonomia Operaia accusati a vario titolo di aver diretto l’intera eversione di sinistra italiana. Secondo la Procura di Padova esisteva, infatti, una grande organizzazione terroristica che, comprendendo in un’unica regia le Brigate Rosse e i gruppi legali, mirava a sovvertire lo Stato. Sempre secondo l’accusa, essa aveva una sorta di cabina di regia presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Padova, dove, da più di dieci anni, operava professionalmente e politicamente un gruppo di accademici e militanti, protagonisti, tra gli anni Sessanta e Settanta, della fondazione delle organizzazioni rivoluzionarie Potere Operaio e Autonomia Operaia. Questa vicenda pone allo storico diversi quesiti sul rapporto tra intellettuali e militanza rivoluzionaria nell’era della modernità. Perché all’interno dell’Università di Padova si impiantò un gruppo di intellettuali rivoluzionari? Perché questi intellettuali divennero rivoluzionari? Come si sviluppa una coscienza rivoluzionaria? Con un approccio microanalitico, questa tesi intende inserire e leggere gli intellettuali rivoluzionari della Facoltà di Scienze politiche di Padova in questo complesso problema della modernità novecentesca. Attraverso un’analisi del contesto veneto e del suo rapporto con la modernità si tenterà inizialmente di far emergere la genesi di una cultura rivoluzionaria osservando la costruzione della soggettività politica e rivoluzionaria di questi intellettuali, anche attraverso le formazioni politiche, accademiche ed intellettuali lungo tutti gli anni Sessanta. Si arriverà poi allo sviluppo di tale cultura osservando la formazione del gruppo di ricerca militante che, a partire dalla nomina di Antonio Negri a Professore ordinario, si installerà professionalmente presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Padova. Ciò al fine di definirne le tipicità rispetto ad altri contesti e capirne le posizioni assunte nell’ambito della costruzione, alla fine degli anni Sessanta, dell’organizzazione rivoluzionaria “Potere Operaio”. A partire dal fondamentale turning point del 1969, si analizzerà, poi, lo sviluppo e l’evoluzione di tale cultura osservando come alcuni di questi intellettuali rivoluzionari inseriranno e concepiranno la pratica terroristica all’interno di questo apparato culturale e come tale pratica si inserirà nella formulazione e attuazione pratica di una nuova forma organizzativa, l’Autonomia Operaia, soprattutto nel suo rapporto con la crisi economica e sociale, con la generazione politica del movimento del 1977, con le organizzazioni armate, con la trasformazione della modernità e con la conseguente «crisi del politico» .
Ruffino, E. (2025). Intellettuali e militanza rivoluzionaria. Gli intellettuali rivoluzionari della Facoltà di Scienze politiche di Padova negli anni dei movimenti e del terrorismo (1952 – 1979).
Intellettuali e militanza rivoluzionaria. Gli intellettuali rivoluzionari della Facoltà di Scienze politiche di Padova negli anni dei movimenti e del terrorismo (1952 – 1979)
Enrico Ruffino
2025-04-17
Abstract
Il 7 aprile 1979 la Procura di Padova emanò una serie di mandati di cattura su scala di nazionale nei confronti di numerosi di militanti di base e di tutti i dirigenti dell’organizzazione rivoluzionaria Autonomia Operaia accusati a vario titolo di aver diretto l’intera eversione di sinistra italiana. Secondo la Procura di Padova esisteva, infatti, una grande organizzazione terroristica che, comprendendo in un’unica regia le Brigate Rosse e i gruppi legali, mirava a sovvertire lo Stato. Sempre secondo l’accusa, essa aveva una sorta di cabina di regia presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Padova, dove, da più di dieci anni, operava professionalmente e politicamente un gruppo di accademici e militanti, protagonisti, tra gli anni Sessanta e Settanta, della fondazione delle organizzazioni rivoluzionarie Potere Operaio e Autonomia Operaia. Questa vicenda pone allo storico diversi quesiti sul rapporto tra intellettuali e militanza rivoluzionaria nell’era della modernità. Perché all’interno dell’Università di Padova si impiantò un gruppo di intellettuali rivoluzionari? Perché questi intellettuali divennero rivoluzionari? Come si sviluppa una coscienza rivoluzionaria? Con un approccio microanalitico, questa tesi intende inserire e leggere gli intellettuali rivoluzionari della Facoltà di Scienze politiche di Padova in questo complesso problema della modernità novecentesca. Attraverso un’analisi del contesto veneto e del suo rapporto con la modernità si tenterà inizialmente di far emergere la genesi di una cultura rivoluzionaria osservando la costruzione della soggettività politica e rivoluzionaria di questi intellettuali, anche attraverso le formazioni politiche, accademiche ed intellettuali lungo tutti gli anni Sessanta. Si arriverà poi allo sviluppo di tale cultura osservando la formazione del gruppo di ricerca militante che, a partire dalla nomina di Antonio Negri a Professore ordinario, si installerà professionalmente presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Padova. Ciò al fine di definirne le tipicità rispetto ad altri contesti e capirne le posizioni assunte nell’ambito della costruzione, alla fine degli anni Sessanta, dell’organizzazione rivoluzionaria “Potere Operaio”. A partire dal fondamentale turning point del 1969, si analizzerà, poi, lo sviluppo e l’evoluzione di tale cultura osservando come alcuni di questi intellettuali rivoluzionari inseriranno e concepiranno la pratica terroristica all’interno di questo apparato culturale e come tale pratica si inserirà nella formulazione e attuazione pratica di una nuova forma organizzativa, l’Autonomia Operaia, soprattutto nel suo rapporto con la crisi economica e sociale, con la generazione politica del movimento del 1977, con le organizzazioni armate, con la trasformazione della modernità e con la conseguente «crisi del politico» .I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.