La ricerca traccia un percorso di co-evoluzione tra il concetto giuridico di paesaggio e la pianificazione della sua tutela nel contesto italiano, concentrandosi sulla figura del Piano paesistico, oggi denominato paesaggistico. Da un lato, all’innovazione semantica corrisponde un aggiornamento della prassi pianificatoria, dall’altro, sperimentazioni avvenute nella formazione dei Piani per il paesaggio sollecitano interpretazioni innovative. Rinunciando a un approccio squisitamente procedurale e considerando il linguaggio del diritto una specifica forma del discorso, concetti giuridici e norme sono studiati come fenomeni culturali storicamente determinati. Al contempo, il Piano, strumento conoscitivo e decisionale, avente valore politico oltre che tecnico, è valutato come un testo che ha la struttura narrativa di un racconto, in grado quindi di restituire un’immagine del territorio e del suo progetto. Adottando queste chiavi di lettura, la tesi è suddivisa in due parti. La prima ricostruisce le modifiche apportate al concetto di paesaggio nelle leggi post-unitarie dedicate alla sua tutela, senza tralasciare il dibattito teorico che di volta in volta le ha ispirate. La seconda parte si sofferma invece sui contenuti di alcuni Piani, selezionati come campione esemplificativo delle diverse stagioni legislative analizzate. Mettendo in relazione i contenuti dei Piani esaminati con la cultura del tempo al quale appartengono, è possibile individuare differenti stili di pianificazione del paesaggio. Lo sguardo analitico e diacronico, nutrito di ricerche di archivio e di diversi tipi di fonti bibliografiche, ha consentito di riscoprire passaggi inediti della storia della pianificazione del paesaggio italiana, troppo spesso e a lungo tralasciata. In questo modo, sono state riportate alla luce visioni progettuali del passato, restituendo loro dignità e rilievo. Il lavoro svolto ha reso anche possibile definire quegli orizzonti storico-culturali, finora rimasti latenti, che sono indispensabili per poter ragionare criticamente e in maniera propositiva sul ruolo attuale di questa peculiare forma di Piano, figura territoriale preposta a progettare scenari di tutela attiva del paesaggio, alla luce delle crisi globali della società contemporanea.
Giaccaglia, E. (2025). A piedi nudi nel parco. Storie e forme di pianificazione della tutela del paesaggio.
A piedi nudi nel parco. Storie e forme di pianificazione della tutela del paesaggio
Enrica Giaccaglia
2025-04-15
Abstract
La ricerca traccia un percorso di co-evoluzione tra il concetto giuridico di paesaggio e la pianificazione della sua tutela nel contesto italiano, concentrandosi sulla figura del Piano paesistico, oggi denominato paesaggistico. Da un lato, all’innovazione semantica corrisponde un aggiornamento della prassi pianificatoria, dall’altro, sperimentazioni avvenute nella formazione dei Piani per il paesaggio sollecitano interpretazioni innovative. Rinunciando a un approccio squisitamente procedurale e considerando il linguaggio del diritto una specifica forma del discorso, concetti giuridici e norme sono studiati come fenomeni culturali storicamente determinati. Al contempo, il Piano, strumento conoscitivo e decisionale, avente valore politico oltre che tecnico, è valutato come un testo che ha la struttura narrativa di un racconto, in grado quindi di restituire un’immagine del territorio e del suo progetto. Adottando queste chiavi di lettura, la tesi è suddivisa in due parti. La prima ricostruisce le modifiche apportate al concetto di paesaggio nelle leggi post-unitarie dedicate alla sua tutela, senza tralasciare il dibattito teorico che di volta in volta le ha ispirate. La seconda parte si sofferma invece sui contenuti di alcuni Piani, selezionati come campione esemplificativo delle diverse stagioni legislative analizzate. Mettendo in relazione i contenuti dei Piani esaminati con la cultura del tempo al quale appartengono, è possibile individuare differenti stili di pianificazione del paesaggio. Lo sguardo analitico e diacronico, nutrito di ricerche di archivio e di diversi tipi di fonti bibliografiche, ha consentito di riscoprire passaggi inediti della storia della pianificazione del paesaggio italiana, troppo spesso e a lungo tralasciata. In questo modo, sono state riportate alla luce visioni progettuali del passato, restituendo loro dignità e rilievo. Il lavoro svolto ha reso anche possibile definire quegli orizzonti storico-culturali, finora rimasti latenti, che sono indispensabili per poter ragionare criticamente e in maniera propositiva sul ruolo attuale di questa peculiare forma di Piano, figura territoriale preposta a progettare scenari di tutela attiva del paesaggio, alla luce delle crisi globali della società contemporanea.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


