Del cinema e/o della disabilità. Uno sguardo tra Disability Studies, Freak Studies e analisi istituzionale

The author focuses on the representation of disability in the movies and, in a broader sense, on its spectacularisation, adopting a threefold perspective: Disability Studies; Freak Studies and Institutional Analysis. Indeed, cinematic representation, in its now more than one hundred years of history, has sedimented a plurality of representations that open up infinite possibilities for the cultural contextualisation of disabilities. "Cinema", therefore, while it represents disability and diversity by making them spectacular, becomes an ‘agent’ and can therefore be used as an “analyser” to grasp, in a synchronic and diachronic manner, how social (therefore political and cultural) devices and mechanisms have produced the collective imagination in relation to this ‘condition’ of the human being.

L'autore sofferma l'attenzione sulla rappresentazione cinematografica della disabilità e, in senso più ampio, sulla sua spettacolarizzazione, adottatndo una triplice prospettiva: quella dei Disability Studies; quella dei Freak Studies e quella dell'Analisi Istituzionale. Il cinema, in effetti, nella sua storia ormai ultracentenaria, ha sedimentato una pluralità di rappresentazioni che aprono possibilità infinite per la contestualizzazione culturale delle disabilità. Il cinema, dunque, mentre rappresenta la disabilità e la diversità, spettacolarizzandole, diviene un "agente" e pertanto può essere utilizzato come un "analizzatore" per cogliere, in modo sincronico e diacronico, come i dispositivi e i meccanismi sociali (quindi politici e cultuirali) hanno prodotto l'immaginario collettivo nei cofronti di questa "condizione" dell'umano