Carcere e conflittualità nella cultura giuridica dei sindacati di Polizia penitenziaria

This thesis examines the legal culture of prison police unions, focusing on how these organisations conceptualise prisons, their management, punishment, their institutional mission and incarcerated individuals. Taking an interactionist theoretical approach, the study analyses union publications produced between 2011 and 2019. It highlights how certain values and conceptions have evolved over time, particularly in relation to key events such as the condemnation of Italy by the European Court of Human Rights in the Torreggiani and Others v. Italy case, the transition from static to dynamic surveillance, and the increase in assaults by inmates against prison officers. This rise in violence has notably served to justify a more repressive approach and an authoritarian model of prison management, which is actively promoted by the unions through portraying the prison officer as a victim.

La tesi esplora la cultura giuridica dei sindacati della Polizia penitenziaria, ovvero il modo in cui questi attori interpretano il carcere, la sua gestione, la funzione della pena, la propria missione istituzionale e la figura della persona detenuta. Adottando una prospettiva teorica di stampo interazionista, è stata analizzata la pubblicistica sindacale prodotta tra il 2011 e il 2019. L’indagine mette in luce come concezioni e valori promossi dai sindacati si siano trasformati nel tempo, anche in relazione ad alcuni eventi chiave: la condanna dell’Italia da parte della Corte EDU nel caso Torreggiani e altri c. Italia, la transizione dalla sorveglianza statica a quella dinamica e l’incremento delle aggressioni da parte dei detenuti nei confronti degli agenti. In particolare, proprio quest’ultimo fenomeno ha contribuito a legittimare un approccio sempre più repressivo e un modello di gestione autoritario del carcere, sostenuto attivamente dai sindacati attraverso l’assunzione del ruolo dell’agente come vittima.