Il Palazzo della Pace all’Aia, sede della Corte internazionale di giustizia (CIG), è un edificio iconico in cui si riflette l’ideale della pace in ogni dettaglio. Il motto «Peace through Law» trova espressione nelle opere d’arte presenti al suo interno. Da almeno 150 anni, l’idea che le guerre possano essere evitate offrendo agli Stati mezzi pacifici per risolvere le controversie ha avuto un ruolo centrale nelle relazioni internazionali. La CIG rappresenta un elemento chiave del sistema istituito dalla Carta delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace. Sebbene la giurisprudenza della Corte non abbia affrontato in modo estensivo il diritto dei popoli alla pace, nei suoi ottant’anni di attività essa ha contribuito significativamente allo sviluppo del diritto internazionale verso la tutela di interessi generali della comunità internazionale, quali la pace, i diritti umani e la protezione dell’ambiente. Inoltre, la Corte ha fornito un’interpretazione autorevole delle norme che vietano l’uso della forza, riaffermando il divieto di annessioni territoriali illegittime, anche alla luce del diritto dei popoli all’autodeterminazione. Negli ultimi anni si è registrato un aumento dei ricorsi alla Corte, in particolare riguardo alle aree di maggiore conflittualità, come l’Ucraina e la Palestina. Quali riflessioni ne derivano? Il coinvolgimento della Corte potrebbe certo contribuire a mitigare alcuni effetti delle ostilità, soprattutto attraverso l’adozione di misure cautelari. In linea teorica, i procedimenti giudiziari possono favorire la fiducia tra le parti, offrendo una cornice di stabilità. Una sentenza, inoltre, fornisce una struttura argomentativa che potrebbe costituire un punto di riferimento per futuri negoziati, anche nella prospettiva della ricostruzione postbellica, comprese le questioni legate alle riparazioni. Tuttavia, le aspettative di contenimento e de-escalation devono restare realistiche: storicamente, il ruolo della Corte nel limitare i conflitti è stato marginale, potendosi occupare solo di segmenti specifici di una crisi. Tuttavia, portare questioni di grande rilevanza politica davanti alla CIG ha un valore. Per le parti più deboli, i procedimenti giudiziari rappresentano un mezzo per sensibilizzare l’opinione pubblica sui conflitti, mobilitare il sostegno internazionale e promuovere il rispetto del diritto internazionale.
Sossai, M. (2025). La Corte internazionale di giustizia e la pace. In Marco Mascia, Paolo De Stefani, Pietro de Perini, Sofia Vanzan (a cura di), Pace Diritto Umano: Idee, progetti, raccomandazioni per realizzare l'unico futuro possibile (pp. 83-94). Padova : Padova University Press.
La Corte internazionale di giustizia e la pace
Mirko Sossai
2025-01-01
Abstract
Il Palazzo della Pace all’Aia, sede della Corte internazionale di giustizia (CIG), è un edificio iconico in cui si riflette l’ideale della pace in ogni dettaglio. Il motto «Peace through Law» trova espressione nelle opere d’arte presenti al suo interno. Da almeno 150 anni, l’idea che le guerre possano essere evitate offrendo agli Stati mezzi pacifici per risolvere le controversie ha avuto un ruolo centrale nelle relazioni internazionali. La CIG rappresenta un elemento chiave del sistema istituito dalla Carta delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace. Sebbene la giurisprudenza della Corte non abbia affrontato in modo estensivo il diritto dei popoli alla pace, nei suoi ottant’anni di attività essa ha contribuito significativamente allo sviluppo del diritto internazionale verso la tutela di interessi generali della comunità internazionale, quali la pace, i diritti umani e la protezione dell’ambiente. Inoltre, la Corte ha fornito un’interpretazione autorevole delle norme che vietano l’uso della forza, riaffermando il divieto di annessioni territoriali illegittime, anche alla luce del diritto dei popoli all’autodeterminazione. Negli ultimi anni si è registrato un aumento dei ricorsi alla Corte, in particolare riguardo alle aree di maggiore conflittualità, come l’Ucraina e la Palestina. Quali riflessioni ne derivano? Il coinvolgimento della Corte potrebbe certo contribuire a mitigare alcuni effetti delle ostilità, soprattutto attraverso l’adozione di misure cautelari. In linea teorica, i procedimenti giudiziari possono favorire la fiducia tra le parti, offrendo una cornice di stabilità. Una sentenza, inoltre, fornisce una struttura argomentativa che potrebbe costituire un punto di riferimento per futuri negoziati, anche nella prospettiva della ricostruzione postbellica, comprese le questioni legate alle riparazioni. Tuttavia, le aspettative di contenimento e de-escalation devono restare realistiche: storicamente, il ruolo della Corte nel limitare i conflitti è stato marginale, potendosi occupare solo di segmenti specifici di una crisi. Tuttavia, portare questioni di grande rilevanza politica davanti alla CIG ha un valore. Per le parti più deboli, i procedimenti giudiziari rappresentano un mezzo per sensibilizzare l’opinione pubblica sui conflitti, mobilitare il sostegno internazionale e promuovere il rispetto del diritto internazionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


