L’intelligenza artificiale è uno strumento capace di modificare in modo rapido e significativo molti aspetti della vita umana. Ciò che promette tale tecnologia è di aumentare la produttività del lavoro ma anche di trovare soluzioni a problemi complessi, ad esempio individuare un vaccino in tempi notevolmente inferiori a quelli richiesti da una sperimentazione umana. I tempi potranno ridursi ulteriormente rispetto alla ricerca sia in vitro sia in vivo quando sarà possibile impostare modelli di intelligenza artificiale generativa su sequenze biologiche, così da consentire la progettazione di nuove proteine e predire lo sviluppo degli agenti patogeni e infine individuare nuove terapie. E’ innegabile che tutto questo possa tradursi in un vantaggio senza precedenti per l’umanità. Tuttavia, come ogni attività che vede uno sviluppo rapido nella vita sociale, anche per l’intelligenza artificiale solleva interrogativi sui potenziali effetti collaterali, soprattutto sul versante dei diritti umani. «L’ultima ondata di applicazioni di intelligenza artificiale ha portato con sé preoccupazioni per l’aumento delle discriminazioni, l’amplificazione di pregiudizi, le violazioni della privacy, la manipolazione degli utenti finali, la disinformazione ed i processi decisionali irresponsabili» [Bakiner, 2023]. Il riferimento è, evidentemente, alla AI generativa. In questo contributo miro dunque ad approfondire la conoscenza di questa tecnologia mettendo in tensione il “racconto” che emerge dall’analisi dei flussi economici che la circondano e delle strategie concorrenziali attuate dai maggiori player di mercato con quello restituito dalla stampa, principale e insostituibile strumento di collegamento con il senso comune. L’obiettivo è individuare in quali pieghe di questo racconto vadano sedimentandosi rappresentazioni distorte o perlomeno parziali che allungano un’ombra sinistra sull’AI, soprattutto quella generativa, oscurandone le importanti potenzialità. Riportarle in primo piano è invece essenziale se si vuole comprendere il fenomeno nella sua complessità, e a questo scopo compirò un’incursione finale proprio nel terreno dei diritti umani, per mostrare come l’AI possa anche accrescerne la tutela. Utilizzerò come caso di studio la libertà di espressione e d'informazione, oggetto dell’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, per poi poi interrogare la regolazione di settore e la sua efficacia rispetto alle eventuali problematiche connesse all’AI su questo fronte.
Giomi, E. (2025). Le dinamiche economiche reali, i potenziali rischi sociali ed i vantaggi dell’Intelligenza Artificiale. Il banco di prova della libertà di espressione e d'informazione e la risposta normativa. In Manifesto della società contemporanea. Comportamenti, linguaggi, diritti umani, Intelligenza Artificiale (pp. 91-125). Ceccano (FR) : Gemma Edizioni.
Le dinamiche economiche reali, i potenziali rischi sociali ed i vantaggi dell’Intelligenza Artificiale. Il banco di prova della libertà di espressione e d'informazione e la risposta normativa
elisa giomi
2025-01-01
Abstract
L’intelligenza artificiale è uno strumento capace di modificare in modo rapido e significativo molti aspetti della vita umana. Ciò che promette tale tecnologia è di aumentare la produttività del lavoro ma anche di trovare soluzioni a problemi complessi, ad esempio individuare un vaccino in tempi notevolmente inferiori a quelli richiesti da una sperimentazione umana. I tempi potranno ridursi ulteriormente rispetto alla ricerca sia in vitro sia in vivo quando sarà possibile impostare modelli di intelligenza artificiale generativa su sequenze biologiche, così da consentire la progettazione di nuove proteine e predire lo sviluppo degli agenti patogeni e infine individuare nuove terapie. E’ innegabile che tutto questo possa tradursi in un vantaggio senza precedenti per l’umanità. Tuttavia, come ogni attività che vede uno sviluppo rapido nella vita sociale, anche per l’intelligenza artificiale solleva interrogativi sui potenziali effetti collaterali, soprattutto sul versante dei diritti umani. «L’ultima ondata di applicazioni di intelligenza artificiale ha portato con sé preoccupazioni per l’aumento delle discriminazioni, l’amplificazione di pregiudizi, le violazioni della privacy, la manipolazione degli utenti finali, la disinformazione ed i processi decisionali irresponsabili» [Bakiner, 2023]. Il riferimento è, evidentemente, alla AI generativa. In questo contributo miro dunque ad approfondire la conoscenza di questa tecnologia mettendo in tensione il “racconto” che emerge dall’analisi dei flussi economici che la circondano e delle strategie concorrenziali attuate dai maggiori player di mercato con quello restituito dalla stampa, principale e insostituibile strumento di collegamento con il senso comune. L’obiettivo è individuare in quali pieghe di questo racconto vadano sedimentandosi rappresentazioni distorte o perlomeno parziali che allungano un’ombra sinistra sull’AI, soprattutto quella generativa, oscurandone le importanti potenzialità. Riportarle in primo piano è invece essenziale se si vuole comprendere il fenomeno nella sua complessità, e a questo scopo compirò un’incursione finale proprio nel terreno dei diritti umani, per mostrare come l’AI possa anche accrescerne la tutela. Utilizzerò come caso di studio la libertà di espressione e d'informazione, oggetto dell’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, per poi poi interrogare la regolazione di settore e la sua efficacia rispetto alle eventuali problematiche connesse all’AI su questo fronte.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


