Il presente contributo mira a evidenziare come le donne ancora oggi siano “gettate” nel mondo, come soggetti "vulnerabili". Le si considera cioè persone bisognose, svalutando in molti contesti le loro capacità. Questo comporta il privarle della possibilità di decidere autonomamente della loro esistenza, non considerando il consenso come una pratica di libertà, ma risolvendolo in una semplice risposta, spesso affermativa, inibendo così i desideri più autentici. Tale situazione inevitabilmente rischia di esporre maggiormente le donne alla violenza. È necessario, pertanto, un lavoro pedagogico che non solo valorizzi le differenze e l’approccio delle capacità per uno sviluppo autentico, dove le scelte siano l’esito di un percorso di consapevolezza e non di aspettative imposte, ma anche che contribuisca alla costruzione di spazi in grado di trasformare il margine in possibilità, rafforzando le reti tra donne. Dopo un’analisi dei costrutti teorici, in riferimento alle categorie di fragilità, vulnerabilità e violenza, l’intervento si focalizzerà pertanto sulle storie di vita e sulla voce di alcune donne, in particolare di quelle private della libertà.
Zizioli, E. (2025). ‘Gettate’ nella vulnerabilità: percorsi di self-empowerment al femminile. In G. Burgio, A.G. Lopez (a cura di), Sessismo, violenze ed emancipazioni. Prospettive di pedagogia di genere (pp. 100-110). Milano : FrancoAngeli.
‘Gettate’ nella vulnerabilità: percorsi di self-empowerment al femminile
Elena Zizioli
2025-01-01
Abstract
Il presente contributo mira a evidenziare come le donne ancora oggi siano “gettate” nel mondo, come soggetti "vulnerabili". Le si considera cioè persone bisognose, svalutando in molti contesti le loro capacità. Questo comporta il privarle della possibilità di decidere autonomamente della loro esistenza, non considerando il consenso come una pratica di libertà, ma risolvendolo in una semplice risposta, spesso affermativa, inibendo così i desideri più autentici. Tale situazione inevitabilmente rischia di esporre maggiormente le donne alla violenza. È necessario, pertanto, un lavoro pedagogico che non solo valorizzi le differenze e l’approccio delle capacità per uno sviluppo autentico, dove le scelte siano l’esito di un percorso di consapevolezza e non di aspettative imposte, ma anche che contribuisca alla costruzione di spazi in grado di trasformare il margine in possibilità, rafforzando le reti tra donne. Dopo un’analisi dei costrutti teorici, in riferimento alle categorie di fragilità, vulnerabilità e violenza, l’intervento si focalizzerà pertanto sulle storie di vita e sulla voce di alcune donne, in particolare di quelle private della libertà.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


