Il saggio, incentrato sul problema della ricostruzione del testo del 'Decameron', propone – a livello stemmatico e nella restituzione di singoli passi dell'opera – soluzioni alternative alle più recenti edizioni critiche, con particolare attenzione al confronto con quella curata da Vittore Branca. Nelle prime pagine si ripercorrono i principali momenti del dibattito critico-filologico, viene illustrata la prassi ecdotica adottata e sono discussi i rapporti fra i tre più autorevoli testimoni della tradizione manoscritta: l’Hamilton 90, copia autografa databile attorno al 1370; il Laurenziano 42, 1, copiato nel 1384 da Francesco d’Amaretto Mannelli; il Parigino italiano 482, di mano di Giovanni d’Agnolo Capponi, databile al settimo decennio del XIV secolo. Attraverso il confronto tra il Par. it. 482 e il Laur. 42, 1 e sulla base dello stemma (ma in qualche caso anche per congettura), vengono corrette alcune lezioni problematiche dell'autografo, mantenute nelle più recenti edizioni ma già in parte oggetto di discussione in studi precedenti; per ogni luogo esaminato si dà conto anche delle scelte operate in edizioni elaborate prima della definitiva acquisizione dell'autografia del codice Hamiltoniano. Quanto emerso dai "loci critici" ha ricadute significative anche nella delicata questione delle varianti d'autore tra la prima e la seconda redazione del 'Decameron'. Nelle pagine finali il discorso si allarga al problema metodologico dell'approccio ricostruttivo lachmanniano e bédieriano in tradizioni manoscritte in cui si sia conservato un testimone autografo.

Fiorilla, M. (2010). Per il testo del 'Decameron'. L’ ELLISSE, V, 9-38.

Per il testo del 'Decameron'

FIORILLA, Maurizio
2010-01-01

Abstract

Il saggio, incentrato sul problema della ricostruzione del testo del 'Decameron', propone – a livello stemmatico e nella restituzione di singoli passi dell'opera – soluzioni alternative alle più recenti edizioni critiche, con particolare attenzione al confronto con quella curata da Vittore Branca. Nelle prime pagine si ripercorrono i principali momenti del dibattito critico-filologico, viene illustrata la prassi ecdotica adottata e sono discussi i rapporti fra i tre più autorevoli testimoni della tradizione manoscritta: l’Hamilton 90, copia autografa databile attorno al 1370; il Laurenziano 42, 1, copiato nel 1384 da Francesco d’Amaretto Mannelli; il Parigino italiano 482, di mano di Giovanni d’Agnolo Capponi, databile al settimo decennio del XIV secolo. Attraverso il confronto tra il Par. it. 482 e il Laur. 42, 1 e sulla base dello stemma (ma in qualche caso anche per congettura), vengono corrette alcune lezioni problematiche dell'autografo, mantenute nelle più recenti edizioni ma già in parte oggetto di discussione in studi precedenti; per ogni luogo esaminato si dà conto anche delle scelte operate in edizioni elaborate prima della definitiva acquisizione dell'autografia del codice Hamiltoniano. Quanto emerso dai "loci critici" ha ricadute significative anche nella delicata questione delle varianti d'autore tra la prima e la seconda redazione del 'Decameron'. Nelle pagine finali il discorso si allarga al problema metodologico dell'approccio ricostruttivo lachmanniano e bédieriano in tradizioni manoscritte in cui si sia conservato un testimone autografo.
2010
Fiorilla, M. (2010). Per il testo del 'Decameron'. L’ ELLISSE, V, 9-38.
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