La piana di Castel di Sangro , oggetto di studio, si apre sul margine orientale dei Monti Marsicani e del Parco Nazionale d’Abruzzo, in una depressione strutturale sede di intensa sedimentazione ad opera dei Fiumi Sangro, Rio Torto e Zittola. A valle del Comune di Alfedena il Sangro , il cui alveo aveva fino all’anno 1984 una tipica conformazione a treccia, discende la piana fino al Comune di Castel di Sangro ove la piana morfologicamente si chiude. Nel dopo guerra la costruzione di due dighe, che hanno solo una funzione regimante, ha drasticamente ridotto l’apporto solido, favorendo l’erosione di depositi alluvionali.Successivamente, a metà degli anni ’80, il Sangro è stato quasi del tutto rettificato e chiuso in uno stretto ambito mediante un doppio argine in calcestruzzo, mentre l’alveo a treccia veniva diboscato e spianato; in corrispondenza di queste aree sono state aperte cave e impiantati capannoni industriali. La ricerca ha avuto per scopo la definizione degli effetti che le onde di piena possono determinare in questo contesto fortemente antropizzato. Particolare attenzione è stata posta nella identificazione della dimensione dell’alveo attivo e dell’entità dei fenomeni erosivi in atto, conseguenza della rettifica e della cementazione dell’alveo.
Capelli, G., Mazza, R., Raffi, R., Agostini, S., DI BENEDETTO, A. (1998). Rischio di piena e dinamica fluviale nella piana di Castel di Sangro (Appennino centrale - Abruzzo. MEMORIE DELLA SOCIETA' GEOLOGICA ITALIANA, 53, 585-607.
Rischio di piena e dinamica fluviale nella piana di Castel di Sangro (Appennino centrale - Abruzzo
CAPELLI, Giuseppe;
1998-01-01
Abstract
La piana di Castel di Sangro , oggetto di studio, si apre sul margine orientale dei Monti Marsicani e del Parco Nazionale d’Abruzzo, in una depressione strutturale sede di intensa sedimentazione ad opera dei Fiumi Sangro, Rio Torto e Zittola. A valle del Comune di Alfedena il Sangro , il cui alveo aveva fino all’anno 1984 una tipica conformazione a treccia, discende la piana fino al Comune di Castel di Sangro ove la piana morfologicamente si chiude. Nel dopo guerra la costruzione di due dighe, che hanno solo una funzione regimante, ha drasticamente ridotto l’apporto solido, favorendo l’erosione di depositi alluvionali.Successivamente, a metà degli anni ’80, il Sangro è stato quasi del tutto rettificato e chiuso in uno stretto ambito mediante un doppio argine in calcestruzzo, mentre l’alveo a treccia veniva diboscato e spianato; in corrispondenza di queste aree sono state aperte cave e impiantati capannoni industriali. La ricerca ha avuto per scopo la definizione degli effetti che le onde di piena possono determinare in questo contesto fortemente antropizzato. Particolare attenzione è stata posta nella identificazione della dimensione dell’alveo attivo e dell’entità dei fenomeni erosivi in atto, conseguenza della rettifica e della cementazione dell’alveo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.