In Italia esiste un apartheid strisciante, una città a parte che si prepara per quei 35.000 Rom e Sinti che da decenni vivono nei campi - gli altri 90.000 per fortuna vivono in case – con densità da tendopoli d’emergenza, lontani dai servizi primari, controllati da guardiania armata e telecamere a circuito chiuso, con orari di ingresso e di uscita, tesserino con foto e codice a barre, reti di recinzione tutto intorno. Sono un frammento di quell’universo dei campi e delle riserve, che con numeri ancora più esorbitanti abitano il nostro pianeta e su cui è stata prodotta una notevole letteratura: zone definitivamente temporanee dove abita l’umanità in eccesso, che si aprono quando lo stato di eccezione diventa regola, zone di sospensione in una sorta di transitorietà congelata, e che producono sindromi di dipendenza e vite sotto trasfusione, città appoggiate per terra, città nude abitate da cittadini senza diritti di cittadinanza e quindi senza città, o meglio con una città a parte, separata, tutta per loro, solo per loro. -
Careri, F. (2011). Una Città a parte. L’apartheid dei Rom e dei Sinti in Italia. URBANISTICA INFORMAZIONI, 238, 23-25.
Una Città a parte. L’apartheid dei Rom e dei Sinti in Italia
CARERI, FRANCESCO
2011-01-01
Abstract
In Italia esiste un apartheid strisciante, una città a parte che si prepara per quei 35.000 Rom e Sinti che da decenni vivono nei campi - gli altri 90.000 per fortuna vivono in case – con densità da tendopoli d’emergenza, lontani dai servizi primari, controllati da guardiania armata e telecamere a circuito chiuso, con orari di ingresso e di uscita, tesserino con foto e codice a barre, reti di recinzione tutto intorno. Sono un frammento di quell’universo dei campi e delle riserve, che con numeri ancora più esorbitanti abitano il nostro pianeta e su cui è stata prodotta una notevole letteratura: zone definitivamente temporanee dove abita l’umanità in eccesso, che si aprono quando lo stato di eccezione diventa regola, zone di sospensione in una sorta di transitorietà congelata, e che producono sindromi di dipendenza e vite sotto trasfusione, città appoggiate per terra, città nude abitate da cittadini senza diritti di cittadinanza e quindi senza città, o meglio con una città a parte, separata, tutta per loro, solo per loro. -I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.