L’immagine corporea, com’è noto (Schilder, 1935; Schonfeld, 1963; Jodelet, 1963), è un concetto estremamente complesso, esito di un’interazione dinamica fra il nostro aspetto esteriore e tutti quei processi emotivi e cognitivi di percezione, valutazione, memorie e relazioni, connessi all’esperienza corporea, prima fra tutti, l’esperienza di contatto con i propri genitori nei primi anni di vita e l’esperienza di rispecchiamento legata alle prime relazioni interpersonali. Le esperienze successive andranno a collocarsi e a integrare l’immagine originaria, frutto anche delle esperienze fisiologiche, legate all’alimentazione, all’evacuazione e a tutti i processi organici. Ove vi sia una particolare preoccupazione corporea, nelle nostre immagini mentali, il correlato anatomico e il processo fisiologico coinvolto saranno comunque posti al centro dell’attenzione. In base alle considerazioni di cui sopra abbiamo ipotizzato che l’attenzione selettiva su determinate zone e funzioni anatomiche che si verifica nei disturbi dell’alimentazione potrebbe tradursi in rappresentazioni alterate delle proprie funzioni biologiche e degli apparati a esse deputate. Per verificare tale ipotesi ci siamo avvalsi dei numerosi studi da noi condotti sul disegno dell’interno del corpo (Amann Gainotti, 1988; Nenci, Di Prospero, Amann Gainotti, 1989; Amann Gainotti, et al. 1993, 1999; Amann Gainotti, Carpentieri, 2003) in età evolutiva, con bambini e adolescenti dai 5 ai 18 anni, e con campioni di popolazioni adulte, normali e patologiche. I primi risultati conseguiti mostrano che nei soggetti anoressici e bulimici, il vissuto corporeo problematico e la focalizzazione su determinate funzioni fisiologiche si riflette nel disegno dell'interno del corpo, con un’attenzione privilegiata sulle aree anatomiche connesse ai vissuti problematici.
Amann Gainotti, M., Pallini, S. (2008). Disturbi dell'alimentazione e vissuto corporeo. SCIENZE DEL PENSIERO E DEL COMPORTAMENTO, 3, 1-8.
Disturbi dell'alimentazione e vissuto corporeo
PALLINI, SUSANNA
2008-01-01
Abstract
L’immagine corporea, com’è noto (Schilder, 1935; Schonfeld, 1963; Jodelet, 1963), è un concetto estremamente complesso, esito di un’interazione dinamica fra il nostro aspetto esteriore e tutti quei processi emotivi e cognitivi di percezione, valutazione, memorie e relazioni, connessi all’esperienza corporea, prima fra tutti, l’esperienza di contatto con i propri genitori nei primi anni di vita e l’esperienza di rispecchiamento legata alle prime relazioni interpersonali. Le esperienze successive andranno a collocarsi e a integrare l’immagine originaria, frutto anche delle esperienze fisiologiche, legate all’alimentazione, all’evacuazione e a tutti i processi organici. Ove vi sia una particolare preoccupazione corporea, nelle nostre immagini mentali, il correlato anatomico e il processo fisiologico coinvolto saranno comunque posti al centro dell’attenzione. In base alle considerazioni di cui sopra abbiamo ipotizzato che l’attenzione selettiva su determinate zone e funzioni anatomiche che si verifica nei disturbi dell’alimentazione potrebbe tradursi in rappresentazioni alterate delle proprie funzioni biologiche e degli apparati a esse deputate. Per verificare tale ipotesi ci siamo avvalsi dei numerosi studi da noi condotti sul disegno dell’interno del corpo (Amann Gainotti, 1988; Nenci, Di Prospero, Amann Gainotti, 1989; Amann Gainotti, et al. 1993, 1999; Amann Gainotti, Carpentieri, 2003) in età evolutiva, con bambini e adolescenti dai 5 ai 18 anni, e con campioni di popolazioni adulte, normali e patologiche. I primi risultati conseguiti mostrano che nei soggetti anoressici e bulimici, il vissuto corporeo problematico e la focalizzazione su determinate funzioni fisiologiche si riflette nel disegno dell'interno del corpo, con un’attenzione privilegiata sulle aree anatomiche connesse ai vissuti problematici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.