The aim of this article is to draw sharp boundaries between the concepts of mindreading, introspection and meta-cognition in order to rectify some common misunderstandings in the clinical literature. To this aim, we begin with identifying two main approaches in the current philosophical and psychological debate on introspection: at one end of the spectrum, the view that “introspection” is a misnomer for an interpretative activity; at the other end of the spectrum, the view that, at least in some cases, the access to one’s own inner life is direct and non-interpretative. Thereafter, we side against “direct access” theories and in favor of a particular version of the interpretativist approach to introspection. Finally, we propose some guidelines based on this approach for applying a Theory of Mind in cognitive neuropsychiatry.

In questo articolo ci proponiamo di portare alla luce i netti confini che separano i concetti di mindreading, introspezione e metacognizione con l’obiettivo di dissipare alcuni fraintendimenti presenti nella letteratura clinica. A tal fine, iniziamo identificando due posizioni principali nell’odierno dibattito filosofi-co-cognitivo sull’introspezione: da un lato le teorie che sostengono che “introspezione” è la denominazione impropria per un processo interpretativo; da un altro lato le teorie che continuano a ritenere che almeno in alcuni casi l’accesso alla propria mente sia diretto e non interpretativo. Dopodiché prendiamo posizione contro le teorie dell’accesso diretto e in favore di una certa versione dell’approccio interpretativista. Infine, da questo approccio ricaviamo alcune linee guida per l’uso della Theory of Mind in neuropsichiatria cognitiva.

Marraffa, M., Guerini, R. (2013). Mindreading, introspezione e metacognizione: implicazioni per la neuropsichiatria cognitiva. RIVISTA INTERNAZIONALE DI FILOSOFIA E PSICOLOGIA, 4(3), 355-369.

Mindreading, introspezione e metacognizione: implicazioni per la neuropsichiatria cognitiva

MARRAFFA, MASSIMO;GUERINI, ROSSELLA
2013-01-01

Abstract

The aim of this article is to draw sharp boundaries between the concepts of mindreading, introspection and meta-cognition in order to rectify some common misunderstandings in the clinical literature. To this aim, we begin with identifying two main approaches in the current philosophical and psychological debate on introspection: at one end of the spectrum, the view that “introspection” is a misnomer for an interpretative activity; at the other end of the spectrum, the view that, at least in some cases, the access to one’s own inner life is direct and non-interpretative. Thereafter, we side against “direct access” theories and in favor of a particular version of the interpretativist approach to introspection. Finally, we propose some guidelines based on this approach for applying a Theory of Mind in cognitive neuropsychiatry.
2013
In questo articolo ci proponiamo di portare alla luce i netti confini che separano i concetti di mindreading, introspezione e metacognizione con l’obiettivo di dissipare alcuni fraintendimenti presenti nella letteratura clinica. A tal fine, iniziamo identificando due posizioni principali nell’odierno dibattito filosofi-co-cognitivo sull’introspezione: da un lato le teorie che sostengono che “introspezione” è la denominazione impropria per un processo interpretativo; da un altro lato le teorie che continuano a ritenere che almeno in alcuni casi l’accesso alla propria mente sia diretto e non interpretativo. Dopodiché prendiamo posizione contro le teorie dell’accesso diretto e in favore di una certa versione dell’approccio interpretativista. Infine, da questo approccio ricaviamo alcune linee guida per l’uso della Theory of Mind in neuropsichiatria cognitiva.
Marraffa, M., Guerini, R. (2013). Mindreading, introspezione e metacognizione: implicazioni per la neuropsichiatria cognitiva. RIVISTA INTERNAZIONALE DI FILOSOFIA E PSICOLOGIA, 4(3), 355-369.
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