Il dibattito avviato da una lezione di Armin Von Bogdandy circa il ruolo della scienza del diritto costituzionale e, più in generale, del diritto pubblico, in una prospettiva comparata, ha posto in rilievo la funzione ordinatrice della scienza giuridica. Tale funzione assicurerebbe ancora oggi il corretto funzionamento dei sistemi democratici contemporanei, incidendo sui rapporti tra diritto costituzionale e diritto amministrativo e sulla loro proiezione su scala sovranazionale. S’impone peraltro, di fondo, una differenza fondamentale tra l’approccio europeo continentale e quello statunitense alla questione: nel primo, la scienza giuridica assume un ruolo dominante nella costruzione dell’ordinamento e nell’influenzare gli orientamenti giurisprudenziali delle corti; negli Stati Uniti, invece, tale ruolo sembra essere più limitato. Ponendo l’accento sui caratteri e sul metodo della questione, se l’affermazione delle scienze del diritto pubblico quali autonome discipline di studio avviene alla fine del XIX secolo, in un contesto culturale dominato dal positivismo, si tratta ora di ragionare su come e perché tale primato, recante una separazione concettuale del diritto dalla realtà sociale, sia da tempo entrato in crisi. Occorre, quindi, analizzare primati, crisi e trasformazioni che avvengono dentro e oltre lo Stato, con riferimento all’ascesa dello “Stato costituzionale” nella seconda metà del XX secolo e alla successiva “detronizzazione” dello stesso a fronte dei processi disgregativi e di delocalizzazione in atto che sembrano far “soffrire” meno il diritto amministrativo, maggiormente disponibile alle “aperture laterali” richieste dagli ordinamenti sovranazionali. Con riferimento alle influenze e alle derive giurisprudenziali, l’affermazione del diritto costituzionale appare fortemente legata allo sviluppo del sistema giustiziale ma l’emersione del diritto costituzionale giurisprudenziale in Europa segna soltanto apparentemente un avvicinamento con l’esperienza statunitense, rimanendo profondamente diverso il modo in cui è studiata l’attività delle corti. Con riferimento alle istituzioni, alle politiche e alle riforme, sembra necessaria un’indagine che superi la contrapposizione tra legal constitutionalism e political constitutionalism. Un’ultima questione concerne poi il mutamento delle prospettive della scienza giuridica e l’analisi delle sue interazioni con quella economica. L’approccio economico, lungi dal legittimare l’esercizio di un potere assoluto in nome della sua superiore efficienza, diventa un’ulteriore tecnica di controllo sull’azione pubblica, sia a livello politico-legislativo sia a livello amministrativo, consentendo di cogliere, tramite tale apertura interdisciplinare, l’ideale continuità tra diritto costituzionale e diritto amministrativo. Entrambi, infatti, si occupano della sfera pubblica regolando le diverse manifestazioni delle scelte e delle azioni collettive: è dunque in questa chiave fenomenica, piuttosto che in quella delle strutture e degli istituti giuridici, che emerge un profilo unitario nello studio del diritto pubblico, quale risultante appunto della continuità logica tra diritto costituzionale e diritto amministrativo.

Napolitano, G. (2010). Sul futuro delle scienze del diritto pubblico: variazioni su una lezione tedesca in terra americana. RIVISTA TRIMESTRALE DI DIRITTO PUBBLICO, 1, 1-20.

Sul futuro delle scienze del diritto pubblico: variazioni su una lezione tedesca in terra americana

NAPOLITANO, GIULIO
2010-01-01

Abstract

Il dibattito avviato da una lezione di Armin Von Bogdandy circa il ruolo della scienza del diritto costituzionale e, più in generale, del diritto pubblico, in una prospettiva comparata, ha posto in rilievo la funzione ordinatrice della scienza giuridica. Tale funzione assicurerebbe ancora oggi il corretto funzionamento dei sistemi democratici contemporanei, incidendo sui rapporti tra diritto costituzionale e diritto amministrativo e sulla loro proiezione su scala sovranazionale. S’impone peraltro, di fondo, una differenza fondamentale tra l’approccio europeo continentale e quello statunitense alla questione: nel primo, la scienza giuridica assume un ruolo dominante nella costruzione dell’ordinamento e nell’influenzare gli orientamenti giurisprudenziali delle corti; negli Stati Uniti, invece, tale ruolo sembra essere più limitato. Ponendo l’accento sui caratteri e sul metodo della questione, se l’affermazione delle scienze del diritto pubblico quali autonome discipline di studio avviene alla fine del XIX secolo, in un contesto culturale dominato dal positivismo, si tratta ora di ragionare su come e perché tale primato, recante una separazione concettuale del diritto dalla realtà sociale, sia da tempo entrato in crisi. Occorre, quindi, analizzare primati, crisi e trasformazioni che avvengono dentro e oltre lo Stato, con riferimento all’ascesa dello “Stato costituzionale” nella seconda metà del XX secolo e alla successiva “detronizzazione” dello stesso a fronte dei processi disgregativi e di delocalizzazione in atto che sembrano far “soffrire” meno il diritto amministrativo, maggiormente disponibile alle “aperture laterali” richieste dagli ordinamenti sovranazionali. Con riferimento alle influenze e alle derive giurisprudenziali, l’affermazione del diritto costituzionale appare fortemente legata allo sviluppo del sistema giustiziale ma l’emersione del diritto costituzionale giurisprudenziale in Europa segna soltanto apparentemente un avvicinamento con l’esperienza statunitense, rimanendo profondamente diverso il modo in cui è studiata l’attività delle corti. Con riferimento alle istituzioni, alle politiche e alle riforme, sembra necessaria un’indagine che superi la contrapposizione tra legal constitutionalism e political constitutionalism. Un’ultima questione concerne poi il mutamento delle prospettive della scienza giuridica e l’analisi delle sue interazioni con quella economica. L’approccio economico, lungi dal legittimare l’esercizio di un potere assoluto in nome della sua superiore efficienza, diventa un’ulteriore tecnica di controllo sull’azione pubblica, sia a livello politico-legislativo sia a livello amministrativo, consentendo di cogliere, tramite tale apertura interdisciplinare, l’ideale continuità tra diritto costituzionale e diritto amministrativo. Entrambi, infatti, si occupano della sfera pubblica regolando le diverse manifestazioni delle scelte e delle azioni collettive: è dunque in questa chiave fenomenica, piuttosto che in quella delle strutture e degli istituti giuridici, che emerge un profilo unitario nello studio del diritto pubblico, quale risultante appunto della continuità logica tra diritto costituzionale e diritto amministrativo.
2010
Napolitano, G. (2010). Sul futuro delle scienze del diritto pubblico: variazioni su una lezione tedesca in terra americana. RIVISTA TRIMESTRALE DI DIRITTO PUBBLICO, 1, 1-20.
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